La Procura di Milano ha chiuso le indagini sulla truffa da 99 milioni di euro nei confronti di migliaia di clienti delle più importanti compagnie telefoniche, come WindTre e Vodafone, che si sono visti prelevare importi per servizi a pagamento come giochi, suonerie o oroscopo, senza aver dato il consenso. L’avviso di conclusione indagini firmato dal pm Francesco Cajani e dall’aggiunto Eugenio Fisco è in via di notifica e riguarda 33 persone, anche ex dirigenti delle società telefoniche, accusate a vario titolo di frode informatica con furto e conseguente indebito utilizzo dell’identità digitale e tentata estorsione contrattuale.
Si parla di una “media di 30/40mila attivazioni” indebite “al giorno”, nella primavera del 2020, di “servizi premium, cosiddetti Vas” per “ignari consumatori che si vedevano addebitare i relativi costi pari a 5 euro a settimana“. Un “sistema” che, spiega la Procura, sarebbe andato avanti “dal 2017 e fino al giugno 2020” in danno dei consumatori e smascherato dagli accertamenti della Polizia Postale, del Nucleo speciale tutela privacy e frodi telematiche della Gdf, del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano e della Squadra reati informatici della Procura. Oltre all’operatore telefonico al centro di questa tranche d’indagine, cioè Windtre (non è indagata la società), sono state individuate 26 società “di content service provider”, ovvero “fornitrici di contenuti Vas”. Molte delle attivazioni indebite avrebbero riguardato le cosiddette utenze “machine to machine”, utilizzate “dai consumatori, ad esempio, per la gestione di ascensori e caldaie”, come già venuto a galla. Quando nell’estate 2020 si seppe dell’indagine, le attivazioni poi si azzerarono. Gli atti dell’inchiesta sono stati anche trasmessi tempo fa all’Agcom, che è intervenuta con una delibera il 14 gennaio 2021 “regolando in modo efficace” il mercato dei “servizi Vas”. E così, spiega il procuratore, “il fenomeno accertato dall’indagine è attualmente scomparso”.
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