Reggio Calabria – La storia dell’ultimo secolo insegna che ogni tanto Reggio Calabria trova la forza e il coraggio di tirare su la testa e far sentire la sua voce. È successo almeno un paio di volte nella storia recente della città. Senza scomodare paragoni ingombranti, arrivando perfino ai tempi dei moti di Reggio, è indubbio che il peso politico nello scacchiere regionale non sia mai stato un punto di forza della Città dello Stretto. E non è complicato accorgersi che soprattutto negli ultimi anni la Regione sia tornata ad assumere una trazione, in realtà mai sopita, fortemente incentrata sull’asse Cosenza-Catanzaro.
I “nordisti” della Calabria Citeriore questa volta però l’hanno fatta davvero grossa, intervenendo a piedi uniti sulla questione Bronzi ed estromettendo i rappresentanti di Reggio Calabria dalla conferenza stampa di presentazione del cinquantenario del ritrovamento dei due guerrieri.
A suonare la carica in nome del territorio della Città Metropolitana questa volta è stato il sindaco metropolitano facente funzione Carmelo Versace. Chi ha avuto modo di conoscerlo sa che, al pari del suo titolare di carica, oggi temporaneamente ai box per effetto della legge Severino, Versace non è il tipo che si lascia troppo intimidire da atteggiamenti tracotanti e spregiudicati dal punto di vista istituzionale. Ma l’ennesima grave beffa subita da parte della Regione “cosenzocentrica” è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Ufficialmente l’esclusione dal tavolo romano della presentazione è avvenuta per questioni di “tempi contingentati”. Ma se così fosse davvero, se l’obiettivo fosse stato quello di stringere sui tempi della conferenza stampa che prevede un severo cerimoniale, non si spiegherebbero gli interventi programmati di ben tre rappresentanti politici dello stesso ente (la Regione): presidente e vicepresidente della Giunta e presidente del Consiglio Regionale. D’altronde la Città Metropolitana è l’unico Ente non menzionato nell’invito. E logica vuole che per una conferenza stampa che dovrebbe rappresentare un lavoro interistituzionale, prodotto da un tavolo composto da diversi enti, di fronte a una fisiologica necessità di ridurre gli interventi, si vada a tagliare sui doppi, anzi tripli in questo caso, rappresentanti del medesimo Ente. A nulla è servito il tardivo invito trasmesso dalla Cittadella, giunto solo dopo che da Palazzo Alvaro si era fatta notare il grave strappo istituzionale subito dalla Metrocity. Una sorta di contentino, non solo tardivo, ma anche incompleto, che prevedeva solo la possibilità di presenziare tra il pubblico, magari schiacciati dalla ressa di telecamere e giornalisti, senza alcuna menzione né possibilità di intervenire, che chiaramente è finito per essere percepito solo come una pezza sgarbata, di sicuro peggiore del buco.
In realtà, scavando più a fondo, si scopre che la questione non è affatto di logistica o di tempistica del cerimoniale, ma molto più politica. Ed è proprio questo che ha mandato su tutte le furie i vertici di Palazzo Alvaro, fino a convincerli a ritirare la propria delegazione, seguita a ruota da quella comunale, dal tavolo istituito a Catanzaro. Pare che il veto su Versace sia arrivato proprio dal Governatore Occhiuto. Ed i soliti bene informati sostengono che sia stato proprio lo stesso Occhiuto, nelle scorse settimane, a confidare ai suoi che non intende sedersi a nessun tavolo al fianco del sindaco facente funzione della Città Metropolitana di Reggio.
La sua colpa? Aver alzato la voce su questioni basilari per Reggio, sulle quali la Regione deve delle risposte alla comunità reggina. La questione dei famigerati Cis, i Contratti Istituzionali di Sviluppo, solo ultima in ordine di tempo. Ma prima ancora la faccenda dell’Ato unico regionale, la gestione degli impianti dei rifiuti, sottratta dalla Cittadella proprio alla Metrocity che aveva riordinato tutto negli ultimi due anni, il tema dell’Aeroporto, sul quale lo stesso Versace ha più volto incalzato la Regione, e infine la questione principe, quella delle deleghe, che la Regione Calabria, ultima in Italia, non ha ancora trasferito alla Città Metropolitana, titolare per legge di materie fondamentali come il Trasporto Pubblico Locale, il Turismo o l’Agricoltura.
Che Versace possa stare antipatico a Occhiuto potrebbe non essere un problema. Se non fosse che Occhiuto, rifiutando di sedersi con il sindaco facente funzioni della Metrocity, in realtà nega un rapporto di leale collaborazione istituzionale con un Ente che rappresenta più di 500 mila persone, praticamente più di un quarto dei cittadini calabresi (i suoi elettori).
Una circostanza che di fatto ha risvegliato l’orgoglio della compagine reggina che in questi mesi era rimasta ligia agli impegni assunti al tavolo regionale. Una botta d’orgoglio forse tardiva da parte della Città Metropolitana, che ha prodotto il rifiuto di un contributo di qualche decina di migliaia di euro che la Regione avrebbe messo a disposizione. Praticamente bruscolini se messi a paragone con i 3 milioni da destinare ai Bronzi annunciati qualche mese fa. A proposito, sarebbe interessante sapere questi fondi dove sono andati a finire nel frattempo.
Ma tralasciando gli aspetti strettamente finanziari, l’ipotesi di rottura era nell’aria da un po’. E d’altronde la freddezza di Palazzo Alvaro nell’accogliere il (brutto) logo realizzato dalla Regione, che ha suscitato reazioni indignate tra addetti ai lavori e comuni cittadini, era un indizio che doveva lasciar riflettere. E la tentazione di andare avanti per la propria strada, dopo i ritardi e le lentezze della Regione, era forte già da qualche mese. La Metrocity, affiancata dal Comune di Reggio, aveva infatti avviato il proprio tavolo con gli altri enti già lo scorso mese di dicembre, ufficializzando il coordinamento a gennaio. In ritardo forse, si dirà, ma in tempo per programmare in maniera adeguata un buon calendario per le celebrazioni del cinquantenario dei Bronzi. Se non fosse per l’intervento regionale che solo nel mese di aprile ha chiesto e ottenuto la convocazione di un nuovo coordinamento, questa volta regionale, rallentando di fatto tutto il percorso. Un tavolo riunitosi più volte, che ha puntato quasi tutto sul tema della comunicazione, pur con scarsi risultati, e al quale la Città Metropolitana ha seduto con senso di responsabilità, seppure con più di un dubbio, fino all’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, provocando la reazione d’orgoglio di palazzo Alvaro seguita poi dall’altrettanto netta presa di posizione di Palazzo San Giorgio.
Un corto circuito innescato dalla triste performance regionale, con il tentativo prima di saltare in sella mentre le celebrazioni dei Bronzi erano di fatto già iniziate, creando il tavolo regionale, poi rallentando tutte le operazioni e infine estromettendo Reggio dalla presentazione romana e creando lo strappo istituzionale che in queste ore riecheggia perfino tra le stanze di Montecitorio. Per una vicenda che, a poche ore dalla conferenza stampa indetta da Comune e Metrocity, sembra tutt’altro che conclusa. Anzi i fuochi d’artificio potrebbero essere appena iniziati.
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