MANTOVA. La transizione energetica passa da Mantova. Esattamente dall’Hydrogen valley di Valdaro, il luogo indicato dalla Provincia come hub di sviluppo dell’idrogeno verde in cui sviluppare il progetto di Sapio, già adesso il maggior produttore di idrogeno in Italia e con stabilimento a Mantova da 64 anni. La zona di Valdaro dovrebbe diventare il punto di produzione dell’idrogeno verde ricavato sfruttando l’energia prodotta da pannelli fotovoltaici e poi distribuito grazie al porto fluviale.
Se n’è parlatoin Confindustria, nel corso di un convegno a cui hanno partecipato i vertici di Sapio e della Provincia (il suo braccio operativo in questa sfida è la sua società in house Agire) e, in collegamento video, l’assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo. Con tavola rotonda finale, moderata dal direttore della Gazzetta di Mantova, Enrico Grazioli, a cui hanno partecipato Carlo Bottani, presidente della Provincia, Alberto Ghidorzi, presidente di Agire e Andrea Murari, assessore all’urbanistica e all’ambiente di Mantova. Dagli industriali è arrivato un ammonimento: «Il progetto non deve essere ideologico, ma concreto. E non parlare di un solo tipo di energia ma di un portafoglio, tra cui ci deve essere anche il nucleare di quarta generazione» ha detto il vicepresidente di Confindustria Marco Riva.
«L’idrogeno e il biometano – ha spiegato Alberto Dossi, presidente del gruppo Sapio – sono i gas essenziali per la rivoluzione verde, in grado di ridurre le emissioni di anidride carbonica. Saranno i vettori del futuro per la transizione energetica; le imprese sono pronte ad investire ma necessitano di un indirizzo strategico da parte delle istituzioni». Le istituzioni di Mantova sono pronte vista l’idea di Hydrogen valley a cui Palazzo di Bagno sta lavorando da un anno. Dossi ha apprezzato: «Mantova è uno snodo intermodale interessante grazie al porto e alla presenza di un tessuto industriale importante fatto di grandi, medie e piccole imprese e istituzioni che vendono la possibilità di rilancio dell’economia in chiave green». A margine del convegno Dossi ha parlato di «un investimento significativo senza dare però cifre e ha aggiunto: «Stiamo già parlando con la pubblica amministrazione, con i centri di ricerche e altre imprese per cominciare a mettere a terra il progetto. Vogliamo concretizzarlo molto prima del 2026, ma dipenderà dai tempi della politica».
Qualche dettaglio in più sul progetto è stato fornito da Francesca Paludetti, responsabile dello sviluppo della transizione energetica del gruppo Sapio: «Quella immaginata a Mantova è la seconda Hydrogen valley in Italia dopo quella di Bolzano. Vogliamo partire da qui per creare un hub di produzione dell’idrogeno che possa poi espandersi. Investiremo nel nuovo idrogeno rinnovabile, con la trasformazione dell’energia elettrica, tramite elettrolisi. Che è quello che viene caldeggiato nel Repower Ue e nel Pnrr come la fonte potenziale di supporto per l’indipendenza energetica dell’Europa nel futuro. Vogliamo creare un primo tassello di questa Hydrogen valley che concerne la produzione di idrogeno tramite l’installazione di un elettrolizzatore da 10 megawatt collegato all’impianto fotovoltaico su un territorio di 14 ettari, che andrebbe a coprire delle aree industriali dismesse». E ancora: « Già l’hub di Mantova è di grande innovazione perché da qui in remoto controlliamo tutti gli impianti di produzione di idrogeno Sapio in Italia; vogliamo portare un ulteriore elemento di innovazione tramite l’installazione di un impianto di logistica ad alta pressione, per il quale abbiamo chiesto il finanziamento del Pnrr e che ci è stato concesso: 1 milione 766mila euro». Altri fondi arriveranno a breve.
Ghidorzi di Agire ha parlato di «progetto innovativo» che «ci consentirà di aggregare altre forze oltre Sapio per utilizzare l’idrogeno verde per il trasporto navale, ferroviario e su gomme. Il polo di attrazione sarà il porto che infrastruttureremo». L’assessore regionale Cattaneo ha ricordato che per rispettare gli impegni presi con l’Europa di aumentare l’energia rinnovabile per arrivare al 33%, «serviranno in Lombardia 7mila ettari di pannelli fotovoltaici entro il 2030, pari a 7mila campi da calcio».
