Gli ex sindaci dem Papais e Brussa avvertono la sinistra nella Bisiacaria: «Gesti scellerati, ora basta»
STARANZANO Non è stata ancora digerita la maratona elettorale delle comunali che nella Bisiacaria già si parla di quella, fondamentale, in programma nella prossima primavera: la contesa delle regionali 2023. Il voto del 12 giugno scorso, di fatto, è stato un test per la Circoscrizione di Gorizia vista la chiamata in contemporanea alle urne di Gorizia (anche al ballottaggio), Monfalcone (senza bisogno di ballottaggio), Ronchi dei Legionari, Cormons, San Canzian e Sagrado.
Gli schieramenti
Se nel centrodestra la conta fra Fratelli d’Italia e Lega, come a livello nazionale, più la tenuta di Forza Italia, il ruolo di Progetto Fvg e i desideri di Noi con l’Italia resta appesa e dovrà fare i conti con la nascita della “Lista del presidente” (Fedriga) pronta a drenare consensi in modo diverso ma un po’ a tutti; nel centrosinistra la contesa è tutta fra centro e sinistra. O se vogliamo fra il Partito democratico e tutto ciò che gira intorno alla “casa madre”. Un quadro molto evidente soprattutto nella Bisiacaria. Lo si è visto con le primarie di Monfalcone, la disputa di Ronchi dei Legionari e San Canzian ma emerge ancora di più adesso con il caso di Staranzano. Il Comune andrà alle urne appena nel 2024 eppure sono iniziate le “grandi manovre” che non hanno solo risvolti prettamente locali. Tanto che il passaggio di due consiglieri comunali eletti nel Pd, Diego Deluisa e Igor Cernic, alla Sinistra per Staranzano ha scomodato due ex sindaci quali Lorenzo Papais e Franco Brussa. Già primi cittadini di Staranzano e non solo.
I due grandi ex
«Non ve chi non veda la gravità di quel che è successo negli ultimi tempi nei rapporti tra il Pd e la Sinistra per Staranzano. Ma, a ben guardare, forse la cosa parte da lontano...», dicono andando oltre alla semplice bega di paese. E così ricordano come il capogruppo in Consiglio comunale, l’ex assessore Matteo Negrari, abbia portato alla fine dello scorso anno «un pesante e sorprendente attacco per virulenza e gratuità all’operato del sindaco Riccardo Marchesan (del pd), della giunta e dell’amministrazione comunale. Dalla sera alla mattina». Secondo Papais e Brussa non era stato preceduto da distinguo o voti contrari e quindi è stato «un modo d’agire che ha superato grandemente lo stesso ruolo dell’opposizione consiliare, che mai ha usato questo linguaggio e questa posizione senza costrutto, palesemente distruttiva».
Gli altri municipi
Se a San Canzian (vedi il caso Caruso) e a Ronchi (vedi l’ala dem passata con la sinistra in funzione anti-Benvenuto) erano “volati gli stracci” e a Monfalcone le fibrillazioni nel Pd si sono rincorse prima, durante e dopo la sconfitta alle primarie perse contro la sinistra di Morsolin (poi andata a sua volta al macello); a Staranzano il gruppo dirigente dem, come sottolineano gli stessi due ex sindaci, «aveva ritenuto di mettere la sordina nel giudicare questo comportamento». Poi il patatrac politico: la sinistra che accoglie «con grande soddisfazione l’arrivo di due transfughi del Pd, che prima avevano assicurato di voler rassegnare le dimissioni dall’aula è poi, invece, hanno optato per aggregarsi al gruppo consiliare della Sinistra per Staranzano».
L’accusa di trasformismo
Un’operazione che Papais e Brussa definiscono «in stile Razzi-Scilipoti», scomodando, con la giusta proporzione, quel che si registra alla Camera e al Senato. «Pesa che la malapianta del trasformismo ha messo robuste e nefaste radici anche a Staranzano. E che le abbia messe a sinistra. Non era mai successo in passato», rincarano i due illustri ex con preoccupazione, per la percezione negli elettori, evidenziando come questa sequenza di eventi «lascia un profondo segno negativo sul presente e sulla prospettiva dei rapporti politici a Staranzano». E non solo a Staranzano in realtà.
Le due visioni
Il dilemma centro e sinistra o sinistra e centro emerge in un quadro complesso come quello di Isontino e Bisiacaria. È evidente come l’elettorale del Pd non sia andato a votare a Monfalcone per una coalizione che sentiva spostata a sinistra. E l’operazione centrista di Rebula, poi abortita ma spalleggiata da Brussa, ne è la dimostrazione. Il caso Staranzano diventa l’emblema e l’ulteriore riprova di un malessere, anche in vista delle regionali. «Spetta alla sinistra invertire questa china. Spetta a lei, protagonista in negativo di questi atti, ritrovare il senso e i valori di cui è propria e cambiare rotta. Diversamente, questi gesti scellerati potrebbero regalare Staranzano alle destre, con buona pace di chi oggi si bea di aver due consiglieri comunali in più», è il monito di Papais e Brussa.
Le candidature
Intanto fra pochi mesi ci sarà la partita delle regionali e il posto o i posti disponibili per il centrosinistra sono sempre più ambiti. In corsa per il Pd c’è l’uscente Diego Moretti, mentre è sempre più insistente la voce di una candidatura di Enrico Bullian attuale sindaco di Turriaco... —