Quattro giovani vicentini di Malo dispersi. L’appello disperato del fratello: Filippo Bari, di Malo (Vicenza), non si trova
VICENZA. «Ci sono diversi dispersi. E vittime». Filippo Bari, di Malo (Vicenza), non si trova. Il fratello Andrea ha appena chiamato i Carabinieri di Canazei. Al telefono, ha fatto il giro degli ospedali: Trento, Treviso, Bolzano. Una volta, due volte, tre volte. Ha chiamato i Carabinieri di Cavalese. «Ma Filippo non c’è, non è da nessuna parte, nessuno ha sue notizie».
L’ULTIMO MESSAGGIO SU WHATSAPP
Il ghiacciaio alle sue spalle è sporco e marrone. Il suo è un grido a pieni polmoni, la felicità di un’immersione totale nella natura che è intorno. Un’immagine inviata su Whatsapp nel gruppo di famiglia.
Sono le 13.25 di ieri. «Mia zia che gli chiede se sarebbero saliti a Punta Penia. Lui che risponde che avrebbero fatto manovra e poi avrebbero deciso se raggiungere la capanna» racconta Andrea. Poi più niente.
Il seracco sarebbe venuto giù mezz’ora dopo. Mezz’ora dopo quel distillato di felicità, cristallizzato in un’immagine inviata alla famiglia.
Poi la notizia dell’incidente che si diffonde. Il cellulare di Filippo che suona a vuoto. Poi il silenzio. Che si fa angoscia nel pomeriggio più lungo di questa famiglia vicentina. Nessun ultimo accesso su Whatsapp. Soltanto la foto di Filippo, sorridente, insieme alla compagna e al figlioletto.
QUATTRO DISPERSI
Filippo Bari, 28 anni il prossimo settembre, era partito ieri mattina alla volta della Marmolada insieme a un gruppo del Cai di Malo. Erano in quattro, arrivavano da Malo e Valdagno. Tra questi c’era anche una guida alpina. Sono tutti dispersi.
«Mio fratello è un escursionista abbastanza esperto, ha alle spalle diverse uscite». Cima Sisilla, Vajo Dal Cengio, Gruppo del Carega: ricordi bianchi e rocciosi nel suo album dei ricordi su Instagram.
Eppure ieri Filippo non avrebbe dovuto essere sulla Marmolada. «L’uscita era in programma per sabato – racconta Alberino Cocco, ex presidente del Cai di Malo – ma alcuni iscritti avevano degli impegni di lavoro o di famiglia, allora hanno deciso di salire il giorno dopo». Cocco è andato in Marmolada sabato: «In tanti anni, non avevo mai visto un ghiacciaio in quelle condizioni».
«BISOGNAVA IMPEDIRE DI SALIRE»
Su a Punta Penia Carlo Budel guarda il disastro che si è aperto sotto di lui. «Da giorni c’erano i torrenti sotto il ghiacciaio. Io lo dicevo, mettevo i filmati su Facebook, ma nessuno ha fatto nulla. Bisognava impedire di salire su quel ghiacciaio. Ma si è preferito aspettare la tragedia».
Per Filippo Bari non era la prima volta sulla Marmolada. Chi lo conosce lo descrive come un escursionista appassionato, ma anche molto attento.
Ieri pomeriggio era caldo. Lo strappo. Il seracco di ghiaccio che viene giù.
Filippo che non si trova. Il messaggio disperato del fratello su Facebook: «Aiuto, mio fratello è sul ghiacciaio». Filippo che non si trova.
Nella vita di Filippo c’è la montagna. C’è la compagna, della quale è innamorato da sei anni. C’è il figlio piccolo. C’è la musica, la chitarra elettrica: alcuni anni fa aveva un gruppo rock, con il quale suonava nei locali, tirava su qualche soldo e un mondo di sogni. Adesso, il lavoro come tecnico riparatore in un’azienda del Vicentino.
E poi la montagna: la sua passione più grande, immortalata nelle tantissime foto che si rincorrono sui suoi social.
Su in Marmolada lo cercano tutti, le operazioni sono complesse. Giù a valle lo aspettano tutti. «L’ultima immagine che ho di mio fratello è quella foto, in cui sorride. È un’angoscia enorme».