Per la terza puntata di “movida del gusto” in provincia, ossia quei luoghi in cui la concentrazione e la varietà della proposta gastronomica è degna di nota, siamo arrivati in un luogo in fase (fortunatamente) di gran rispolvero: l’asse del termalismo Rivanazzano-Salice Terme, in cui i weekend fanno registrare il tutto esaurito. Complice le temperature più fresche, e l’assenza di zanzare (e dici poco), le due località porta dell’alta collina ospitano una varietà di locali e ristoranti degna di nota. Luoghi per amanti della cucina ricercata, creativa e, perché no, anche etnica. Si va dal ristorante storico alla braceria, dal chirinquito in stile Ibiza al fusion. Iniziamo con un indirizzo storico a Salice: Il Caminetto: dal 1974 la famiglia Torti gestisce questo ristorante della tradizione (una quarantina di coperti in sala oltre al dehor estivo) e un menù stagionale vario in cui sono sempre presenti i salumi del territorio, i classici risotti (d’estate con il peperone di Voghera) e carni succulente. I piatti di pesce in carta ci sono sempre, come le linguine con bottarga di tonno o l’ombrina all’acquapazza. Anche se la scaloppa di fois gras con le albicocche è una delizia.
Un altro indirizzo storico è il Bar Moderno: pochi panini (ma ottimi), qualche dolce tradizionale e qualità nella farcitura. Si va dalla ciabattina con la coppa piacentina o il salame di Varzi, ma anche con roast beef e grana, con petto d’oca, salame cotto o tartare. Io e Vale è il posticino giusto per un’ottima pizza e qualche piatto di cucina ben fatto. Poco distante, invece, si trova l’Irish pub La Quercia, dove abbinare una buona birra o un drink al burger godereccio. Chef Francesco Bertacchini, già alla Cà Vegia, ha preso le redini della Cà Nova, un gioco di parole per descrivere la nuova proposta a Salice Terme, all’interno dell’Hotel Moderno. Prodotti a km zero, proposte gourmet, rapporto qualità prezzo eccellente per una cena o pranzo di alta cucina. Da provare: Tagliatelle di grano arso alla bagna càuda leggera (acciughe, burro, scalogno caramellato e crema ai due peperoni) o un risotto allo zafferano rivisitato con Montebore Terre del Giarolo, gremolada leggera e Bonarda Paravella.
Chi volesse mangiare la coppa di gelato sontuosa e monumentale in puro stile anni 80, invece, non dovrà far altro che accomodarsi ai tavolini della Sala dei Gelati, aperto da quasi un secolo. Gelato artigianale e grandi classici: sì ci sono il Mangia e Bevi, la coppa Spagnola, l’Affogato al caffè e pure Pinocchio. E per sentirsi un po’ ad Ibiza anche in Oltrepo, c’è sempre il Naki con le piscine di giorno e chiringuitos e discoteca la sera.
Eleonora Lanzetti
