È destinato a diventare una strage il distacco di un pezzo di ghiacciaio, collassato verso valle travolgendo diverse cordate di escursionisti che stavano risalendo attraverso la via normale. L'evolversi del meteo determinante per valutare l'intervento diretto dei soccorritori: le basse temperature sono fondamentali per garantire un minimo di sicurezza, visto che sulla montagna è rimasto un’enorme quantità di ghiaccio pericolante
L'articolo Marmolada, il procuratore di Trento: “I dispersi accertati sono 19”. Temperature troppo alte: solo i droni in volo per cercare superstiti proviene da Il Fatto Quotidiano.
Un numero di dispersi più alto di quanto ipotizzato in un primo momento. Forse il doppio: “Potrebbe essere superiore ai 16 comunicati domenica sera – fa sapere il Soccorso alpino – C’è il rischio che i dispersi siano 20″. Poi la comunicazione del procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi: “Al momento i dispersi accertati sono 19”, ha spiegato. È destinato a diventare una strage il distacco di un pezzo di ghiacciaio della Marmolada, collassato verso valle travolgendo diverse cordate di escursionisti che stavano risalendo verso la vetta attraverso la via normale.
Un ‘fiume’ di neve, roccia e ghiaccio che ha percorso oltre 500 metri di montagna raggiungendo i 300 chilometri orari di velocità e trascinando qualunque cosa incontrasse lungo il suo cammino. Sei le vittime accertate: tre italiani, un cecoslovacco, più un uomo e una donna non ancora identificati. Tra i morti ci sono due guide alpine venete. I feriti – due dei quali in gravi condizioni – sono invece una decina. E poi quel numero di persone che mancano all’appello, ancora indefinito, ma ricostruito approssimativamente attraverso il numero delle automobili ancora presenti nel parcheggio. All’appello mancano sicuramente una donna e un ragazzo di Pergine Valsugana, in Trentino, così come alpinisti tedeschi, cechi e della Romania.
Con le condizioni metereologiche che rendono difficili le operazioni sul versante trentino della regina delle Dolomiti, intanto, la ricerca dei dispersi è andata avanti nella notte attraverso i droni. Una ricerca che, fanno sapere dal Soccorso Alpino, “non ha dato esito”. L’evolversi del meteo sarà determinante per valutare l’intervento diretto dei soccorritori: il freddo e le basse temperature sono fondamentali per garantire un minimo di sicurezza alle operazioni, visto che sulla montagna è rimasto un’enorme quantità di ghiaccio pericolante. Per valutare come procedere sarà fondamentale la valutazione dei meteorologi di Arabba e Meteo Trentino.
Il rischio è quello di nuovi crolli: una parte consistente del ghiacciaio è infatti ancora attaccata alla montagna. Si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri con un’altezza di 60 metri ed una profondità di 80: se si volesse fare un termine di paragone, dicono gli esperti, si tratta dell’equivalente di due campi di calcio colmi di ghiaccio. Il tutto esposto a 45 gradi di pendenza. Per identificare le vittime sono previsti degli accertamenti attraverso il Dna: si incroceranno i dati genetici dei resti ritrovati con quelli dei familiari e dei parenti che via via si stanno mettendo in contatto con i soccorritori anche attraverso il numero verde che è stato istituito.
“Un disastro inimmaginabile, una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l’identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati”, spiegavano domenica sera fonti inquirenti. Lunedì mattina, il presidente del Consiglio Mario Draghi è atteso a Canazei, dove nel palazzetto dello sport sono state trasportate le salme delle vittime. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato questa mattina il Presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e quello della Regione del Veneto, Luca Zaia, per esprimere solidarietà ai familiari delle vittime, riconoscenza ai soccorritori e vicinanza alle comunità locali.
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