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Jesolo, tunisini e marocchini spadroneggiano: pestaggi, coltellate, rapine. Il sindaco di FdI: scendo in piazza

Jesolo tunisini marocchini

L’ondata criminale non si ferma: Jesolo in ostaggio degli immigrati e nella morsa delle aggressioni e rapine all’arma bianca. Solo una settimana abbiamo segnalato l’ultimo fatto di sangue avvenuto in un giorno come tanti, in una pizzeria come tante, a uno sventurato ragazzo – un cameriere – accoltellato nell’esercizio delle sue funzioni, come tanti… La […]

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Jesolo tunisini marocchini

L’ondata criminale non si ferma: Jesolo in ostaggio degli immigrati e nella morsa delle aggressioni e rapine all’arma bianca. Solo una settimana abbiamo segnalato l’ultimo fatto di sangue avvenuto in un giorno come tanti, in una pizzeria come tante, a uno sventurato ragazzo – un cameriere – accoltellato nell’esercizio delle sue funzioni, come tanti… La nota località balneare veneta, meta prediletta delle vacanze di famiglie e giovani turisti, detiene attualmente un triste primato, rilanciato dalle cronache, in particolare, tra gli altri, da Libero quotidiano: «Nel giro di due giorni ci sono state nove rapine. Sei in un giorno. E tre in un altro». Il sindaco della cittadina è allo stremo e annuncia: «Ora basta. Farò le ronde»…

Jesolo in ostaggio di tunisini e marocchini

Sono per lo più immigrati di seconda generazione. Figli di marocchini e tunisini. Girano minacciosamente in branco, stereo ad alto volume in spalla e tracannando birre e alcool in genere come se non ci fosse un domani. Ostentano sicurezza e seminano insicurezza e panico tra la gente. E in città, oramai da settimane, sembra di assistere alla replica costante di uno di quei americani dove le gang di quartiere si sfidano e si affrontano ai margini di periferia di metropoli affollate e polverose. Solo che la violenza urbana che circola e a Jesolo non è un film: ma la spietata realtà. E la città balneare veneta non è una sterminata giungla di grattacieli e superstrade, ma una piccola realtà meta di vacanze sotto schiaffo, che ogni giorno rischia di sfuggire al controllo.

Minacce, pestaggi, coltellate: e 9 rapine in 2 giorni

E allora, niente pistole, ma tanti coltelli. Come quello sferrato una settimana da un tunisino di un branco da quattro, in giro per il centro cittadino veneto. E con la pretesa di sedersi in pizzeria a petto nudo e pantaloncini fradici. Una richiesta irricevibile, costata al cameriere a cui è toccato riferire il diniego una ventina di punti di sutura al braccio, colpito con un fendente sferrato durante l’aggressione. Uno degli ultimi casi di una serie di aggressioni e rapine inanellata senza tregua. E Libero ne riporta una manciata: «La carrellata di misfatti comincia sabato 29 maggio scorso quando in Piazza Mazzini ci scappano due feriti. Uno con arma da taglio. A coltellate finisce anche un regolamento di conti con tre giovani, tutti di origine africana, tra i 20 e i 25 anni. Il 22 giugno scorso, invece, una lite tra due gruppi di etnia albanese e italiana è finita con cinque accoltellati».

Un residente denuncia quel che registra nei video dal balcone

Spesso all’origine della violenza c’è la droga, che anima indistintamente risse tra bande che si contendono il controllo dello spaccio e aggressioni ai cittadini. Marocchini, tunisini, nordafricani in genere, si uniscono in branco. Seguono. Placcano. Minacciano. Scherniscono. Rapinano. La modalità offensiva è sempre un po’ la stessa. L’ultima, l’ha registrata dal balcone di casa sua un residente del posto, che da Venezia Today denuncia (video in alto dalla pagina Facebook di “Occhio Jesolano”): «Pestaggi, rapine, la 29ª via di accesso al mare a Jesolo sembra essere diventata territorio di gang che aggrediscono i passanti». L’ultimo grido di allarme arriva attraverso un video pubblicato sulla pagina social “Occhio jesolano” di un uomo, che nel post denuncia: «È così tutte le notti».

Degrado a Jesolo: marocchini e tunisini la fanno da padroni

Poi, come riferisce il sito citato, spiega: «Sono andato in terrazza, ho richiamato facendo rumore, battendo le mani. Mi hanno detto di “farmi i cazzi miei”. Ho iniziato a filmarli. La tecnica è questa: quando passa una persona attaccabile, la aggrediscono in tre. Lo pestano, gli tolgono ció che riescono a prendere. In questo caso gli strappano la collana dal collo. Poi si allontanano mentre si avvicinano altri tre compari che da “amiconi” gli suggeriscono di lasciar perdere ed allontanarsi. Bella tecnica. Ovviamente lo fanno con chi non passa da loro per acquistare droga. Quindi, ogni notte urla, pestaggi. Che ora registrerò e pubblicherò puntualmente». Non è un caso allora che l’ultima aggressione a gruppo di ragazzi trentini che stava trascorrendo il fine settimana nella località balneare, sia avvenuta in spiaggia.

L’ultima aggressione di tunisini e marocchini a Jesolo a tre trentini in vacanza

Una ragazza del gruppo si accorge di aver perso il telefono. Chiede aiuto a due amici di 18 e 19 anni. E insieme, quando sono ormai le quattro vanno in spiaggia per cercare di recuperarlo. scatta il copione criminale: sei stranieri, neanche maggiorenni, si avvicinano e iniziano a chiedere soldi. Prima con veemenza verbale, poi sfilando dalle tasche i coltelli. I giovani italiani, lame alla gola, non solo non ritrovano il cellulare che stavano cercando, ma si vedono costretti a consegnare i portafogli con circa 250 euro. Alla ragazza, quindi, sparisce pure la borsa… Una situazione fuori controllo, di cui l’agguerrito neo-sindaco Christofer De Zotti (FdI) vuole venire a capo. E subito.

Il neo-sindaco di FdI: ora basta. Andrò in piazza a controllare

Così, indossata da pochi giorni la divisa, passa alla divisa e avverte: «Andrò io in piazza a sorvegliare – dice a Libero –. Un sindaco deve rendersi contro. E poi voglio stare vicino alle nostre forze dell’ordine. Ci sono delle regole e vanno rispettate. Jesolo è una città sicura, i fatti di Peschiera del Garda, sono altra cosa».  «Sono fatti gravi – aggiunge De Zotti – ma circoscritti. I comuni con migliaia di turisti hanno questi disagi. E poi inutile negarlo, c’è un problema sociale tra questi giovani di seconda terza generazione che va affrontato. Sono molto aggressivi, viaggiano in gruppo, consumano alcol. Usano la violenza. Di questo dovrebbe interessarsi la politica, ed è un problema dovuto alla mancata integrazione, alla assenza di controllo delle famiglie».

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