MESTRE. Delle cornici sapeva tutto, quello era il suo mestiere, nel quale era il migliore: scegliere le cornici dei quadri delle aste. Gabriele Zacchello, 56 anni, era un pezzo della famiglia Orler, nota nel mondo dell’arte, delle gallerie e delle aste: è morto cinque giorni fa all’ospedale dell’Angelo, dov’era entrato per un’ernia ombelicale. Ma le sue condizioni si sono aggravate velocemente e nonostante l’intervento chirurgico, per lui non c’è stato nulla da fare.
Per questo la famiglia chiede di sapere se è stato fatto il possibile: «Gabriele era la persona più buona del mondo, il giorno prima di accedere al Pronto soccorso stava benissimo, è entrato per una sciocchezza ed è uscito in una bara. Non ci accaniamo con nessuno, ma desideriamo capire cosa è successo» dice il cugino, Giuseppe Orler.
L’Usl 3 Serenissima spiega: «L'ospedale di Mestre ha già effettuato, nella mattinata di oggi (ieri ndr), il riscontro diagnostico che consentirà di fare chiarezza sulle cause del decesso.
La Direzione dell'Angelo e i sanitari dell'ospedale, vicini alla famiglia nel lutto, sono stati a disposizione dei familiari nei giorni del ricovero e nel giorno del decesso; e rinnovano la loro disponibilità anche ora, in qualsiasi momento. Potranno dare risposte più esaurienti non appena sarà disponibile l'esito del riscontro e delle valutazioni della commissione interna (composta da anestesisti e chirurghi e coordinata dalla Direzione della funzione ospedaliera) istituita per verificare quanto accaduto. Inoltre la Direzione medica dell'Angelo, venerdì scorso, ha predisposto un audit per la discussione del caso con i professionisti».
Gabriele era conosciuto per la sua simpatia, il suo sorriso, la sua battuta sempre pronta, le sue barzellette aggiornate. Per una vita ha abitato a Favaro, a due passi dalla trattoria La Pesa, poi, con la compagna, si è trasferito a Campalto. «Lavorava da sempre per noi» racconta Giuseppe Orler «siamo cresciuti insieme».
Dal 2007, quando morì il compianto Ermanno, imprenditore e gallerista, lui prese le redini del reparto corniceria dell’azienda che lavora con i canali televisivi. «Con Ermanno faceva coppia fissa. Era una persona che si faceva voler bene da tutti, semplice, umile, rispettoso». Ma specialmente di compagnia. Mai arrogante, di una simpatia rara, con la battuta pronta. «Per noi la sua improvvisa morte è stata una mazzata. Il giorno prima di andare in ospedale era con me, stava benissimo, lavoravamo assieme. Il giorno successivo l’ho chiamato, mi ha detto che la notte non era stato bene, gli ho suggerito di andare al pronto soccorso e non l’ho più rivisto. Vorremmo solo sapere perché non è stato operato subito. Non ce l’abbiamo con nessuno, ma è una questione di giustizia, per noi questa morte è inconcepibile». Tra le sue passioni la barca e sopra ogni cosa, la compagna e la sua famiglia, alla quale era attaccatissimo. «La mia Daniela, vado a fare un giro con la mia Daniela» diceva sempre così «gli bastava stare con la sua compagna».