Il “direttore” a tutto campo sul mondo biancazzurro
Ferrara Conoscenza totale della materia e capacità d’espressione diretta. Maurizio Natali - il “direttore” - a Ferrara è comunemente riconosciuto (e apprezzato) anche per queste caratteristiche. I temi del pallone sono da lui sempre attenzionati, con le notizie di casa Spal in costante prima fila. Fra l’altro, gran parte della sua carriera da direttore sportivo si era svolta fra Abruzzo e dintorni. Gli stessi luoghi di provenienza dei nuovi dirigenti biancazzurri, con a capo Fabio Lupo.
Natali, che voto dà alla stagione passata?
«Insufficiente, senza dubbio. Per gran parte dell’anno in società si è parlato di play off e ci si è salvati alla penultima giornata. Penso di aver detto tutto».
La sua valutazione al lavoro dei non confermati, Zamuner, Tarantino e De Franceschi?
«Molto spesso nel calcio i ds pagano anche per colpe non proprie. Diciamo che l’intero mercato è stato completamente errato, ma non è facile lavorare quando le condizioni economiche permettono poco o nulla. Penso anche che giocatori come Zuculini, Abou, Pabai o altri ancora non siano stati voluti da competenti di calcio come loro. Lo stesso Rossi è pur vero che ha fatto qualche gol importante, ma il poco minutaggio complessivo era piuttosto prevedibile e queste valutazioni d’attesa sul futuro proprio non le capisco».
Cosa ci dice di Lupo, Ortoli e Donatelli?
«Lupo è una persona straordinaria. Ha il pregio di metter sempre tutti a proprio agio. È davvero molto educato, forse lo è anche troppo per fare questo mestiere. È un professionista bravo a trovare i giovani talenti, anche nelle categorie inferiori. Professionalmente ci ho avuto a che fare due volte in particolare proprio seduti al tavolo quando ero a San Benedetto del Tronto e alla Pro Vasto, mentre lui lavorava per il Torino e il Manfredonia. Abbiamo trattato un giovane, ma anche Biagianti però alla fine non si fece nulla. Conosco anche Donatelli, uno che al Genoa coi giovani ha fatto bene. Ortoli personalmente non lo conosco, so che faccia ha perché l’ho visto in piazza ma credo che anche lui possieda un bel bagaglio calcistico. Così come Cericola che è uno degli osservatori personali di Lupo. È un entourage che funziona molto bene, poi è ovvio che tutto dipende da ciò che la società mette a disposizione in termini di economia. Alla fine, il tema è quello».
Giusto ripartire da Venturato?
«Sì, così c’è la possibilità di dar continuità ai primi 6 mesi dove lui stesso avrà capito che questa non è Cittadella. Ferrara è un’altra realtà con aspettative differenti, con una piazza e una tifoseria che vivono di entusiasmo. La carriera del mister è positiva, il curriculum lo dice e le idee ci sono. Poi non so se a Ferrara sarà ripetibile il meccanismo Cittadella che c’era con Marchetti. Il fatto che vengano accostati alla Spal tanti giocatori da lui avuti in passato penso sia perché lui stesso sia molto bravo a puntare sugli uomini e sull’aspetto valoriale dello spogliatoio. Chi conosce i suoi meccanismi è sicuramente avvantaggiato».
Priorità far chiarezza sui ruoli della porta…
«Assolutamente. Tra l’altro se fossero vere le voci su Thiam in Francia non ci penserei e lo cederei per andare su un portiere pronto e finito. Che tra l’altro la Spal ha già in casa e si chiama Alfonso. Mi piace anche molto Gori, a Como quest’anno».
D’accordo sulla separazione con Vicari?
«Sì, è una delle altre poche cose che condivido relativamente alle ultime scelte della società. Il ragazzo qui ha dato tutto, poi dopo quell’orribile retrocessione sono arrivati effetti pesanti e le ultime due annate sono state molto negative anche per lui. Andando via potrà ritrovare la sua strada e forse lo rivedremo anche in A».
Esposito?
«Viviani è ancora infortunato e se dovessi scegliere un’uscita opterei per la sua, puntando invece su Esposito qui. Il ragazzo è assolutamente “giocatore”: ha solo il difetto di esser un po’ presuntuoso. Bisogna saperlo prendere sotto quel punto di vista perché tecnicamente è valido. Se dalla A lo osservano più squadre, c’è un motivo».
E questo reparto d’attacco?
«L’unico nome da doppia cifra che ho letto accostato alla Spal è La Mantia. A oggi c’è solo Finotto. Latte Lath è da tenere, si può fare qualche scommessa dalla C come Rolfini che 6 anni fa consigliai personalmente al Fondi. Ma se devo far due nomi, che non credo siano molto complessi da arrivare, cito gli ex Crotone Maric e Mulattieri. Il primo è del Monza che se ne deve liberare: alto, bravo sulle palle da fermo, segna e ha capito il nostro calcio. Mulattieri fa anche la seconda punta e prima dell’infortunio alla spalla aveva fatto vedere che i gol li sa fare».
Una previsione sugli abbonamenti: più o meno della soglia 4.200 della stagione di B 2016/2017?
«Secondo me meno. La passione qui è sempre tanta, ma gli ultimi anni non aiutano così come la presenza delle televisioni. Diciamo che i fedelissimi ci saranno e solo il mercato potrebbe dare una sconquassata per alzare i numeri».l
© RIPRODUZIONE RISERVATA