foto da Quotidiani locali
UDINE. I referendum sulla giustizia fanno flop anche in Friuli Venezia Giulia. La percentuale di coloro che si sono recati al voto si è infatti fermata attorno al 20% facendo segnare, oltre a un totale in linea con la media italiana, uno dei dati più bassi della storia della regione.
Meglio, ma senza entusiasmare, l’affluenza alle Comunali, con lo spoglio che comincerà lunedì 13 giugno, alle 14, anche se sette sindaci hanno già messo in ghiaccio l’elezione avendo raggiunto, da unici candidati alla poltrona di primo cittadino, il quorum del 50% dei votanti (esclusi gli iscritti Aire).
Quorum a distanza siderale
I referendum sulla giustizia non hanno scaldato il cuore degli italiani e nemmeno dei residenti in Friuli Venezia Giulia. Sarà perchè il quesito ritenuto più importante, quello sulla responsabilità civile dei magistrati, non è stato ammesso dalla Corte, oppure per una campagna quasi inesistente, ma resta il fatto che il fallimento dei cinque quesiti di quest’anno è stato certificato fin dai primi numeri pubblicati dal Viminale con il Friuli Venezia Giulia che, tra l’altro, ha pure registrato percentuali leggermente maggiori (ma comunque molto basse) della media nazionale.
Per capire il ragionamento basti pensare a come alle 12 in Italia si fosse presentato appena il 6,78% degli elettori, mentre in regione il dato fosse pari al 9,1%. Alle 19, quindi, il parziale nazionale era salito al 14,8% contro il 18,9% del Friuli Venezia Giulia.
Tra i peggiori precedenti
Numeri così bassi per una consultazione referendaria non si vedevano da parecchio tempo. Anzi, per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia quello registrato ieri è il secondo peggior risultato, a livello di affluenza, dal 1946 in poi. Soltanto in un caso, nel dettaglio, ci furono meno votanti di questo 12 giugno.
Parliamo esattamente del 2009 quando, il 21 giugno di quell’anno, gli elettori vennero chiamati a esprimersi su tre quesiti non proprio in grado di fare breccia negli animi: l’abrogazione del premio di maggioranza a una lista oppure a una coalizione sia alla Camera sia al Senato e l’eliminazione delle pluricandidature.
Bene, in quell’occasione si recò alle urne, in regione, appena il 18,5% degli aventi diritto. Non andò molto meglio, inoltre, sei anni prima quando fu il 26% degli elettori a esprimersi sulla reintegrazione dei lavoratori licenziati ingiustamente e sulle servitù coatte di elettrodotto.
Difficile non pensare che, al netto delle polemiche sulla poca pubblicizzazione dei referendum 2022, non ci sia la necessità di aprire quantomeno una discussione sull’utilizzo, dalla fine della prima Repubblica in poi, del principale strumento di democrazia diretta garantito in Italia e che ormai, al netto delle consultazioni fortemente politicizzate come quelle di carattere costituzionale, porta fette sempre minori di italiani alle urne.
Le elezioni comunali
Affluenza più alta, ma comunque in continuo calo rispetto alle precedenti tornare amministrative, nei 33 Comuni chiamati domenica al voto per la scelta del sindaco e il rinnovo dei rispettivi Consigli.
Il dato complessivo si è infatti fermato attorno al 50%, inferiore rispetto al 55% di cinque anni or sono. Va pure considerato, inoltre, che già nel 2017 si era registrato un calo consistente dell’affluenza rispetto al 2012 quando questa era stata pari al 60,78%.
Vale la pena di ricordare, in questo senso, come soltanto Sagrado, cinque anni fa, superò la soglia psicologica del 60%. Lo spoglio, in questo caso, comincerà alle 14 dopo quello legato al referendum (comunque inutile vista la bassissima affluenza).
Nei quattro centri con popolazione superiore ai 15 mila abitanti – Gorizia, Monfalcone, Codroipo e Azzano Decimo – nel caso in cui nessuno dei candidati sindaco abbia ottenuto il 50% più uno dei consensi al primo turno si andrà al ballottaggio, sempre in giornata unica con urne aperte ancora una volta dalle 7 alle 23, domenica 26 giugno.
Quorum superato
Nel frattempo il Friuli Venezia Giulia ha già i suoi primi sindaci eletti (sempre in attesa della proclamazione ufficiale da parte della Regione). Sette Comuni si sono presentati al voto con un solo candidato al ruolo di primo cittadino con l’obiettivo, pertanto, fissato soltanto nel superamento del quorum del 50% degli aventi diritto al voto (esclusi gli iscritti Aire).
Tre di questi Municipi – Montenars, Preone e Savogna – avevano superato la soglia richiesta dalla norma già alle 19, mentre gli altri quattro – Arta Terme, Cimolais, Sagrado e Sutrio – alle 23. Niente da fare invece, per appena 28 votanti, a Vito d’Asio dove arriverà il commissario.