Harakiri dei Biancoscudati al Barbera: prima regalano un rigore che viene trasformato da Brunori, poi capitan Ronaldo si fa espellere. Donnarumma salva dal tracollo, chiudiamo in 9 per un secondo rosso a Pelagatti
PALERMO. No, non è proprio destino. Il Padova non riesce a ribaltare la sconfitta subita nella finale d'andata e perde 1-0 anche a Palermo. Un Padova irriconoscibile anche nella partita di ritorno e tradito dal capitano Ronaldo, al quale saltano un’altra volta i nervi, rifila una testata a gioco fermo a Perrotta e si fa espellere a inizio ripresa, con i suoi già sotto 1-0. Al Barbera trionfa la squadra siciliana che vola in Serie B e lascia a bocca asciutta l’attonito popolo biancoscudato. Un popolo che adesso vorrebbe conoscere chi è lo sceneggiatore tanto sadico che ha scritto il plot delle ultime due stagioni. Perché una volta fa male, ma due è troppo. A quale altra squadra è mai successo di disputare due campionati consecutivi da protagonista, di arrivare entrambe le volte al secondo posto all’ultima giornata, di ripartire dai playoff e di perdere due finali? Fatto sta che il progetto triennale di Oughourlian si conclude senza aver raggiunto l’obiettivo e adesso si ripartirà quasi da zero. La proprietà ha già assicurato che non molla, ma il ciclo è giunto alla conclusione e tanti dei protagonisti degli ultimi anni sono ai saluti. Non è bastato l’arrivo del patron franco-armeno, che ieri è volato a Palermo per dare l’ultima carica ai suoi ragazzi e assistere alla prima partita dal vivo dopo più di due anni. Non c’è stato l’effetto Oughourlian ma c’è stato sicuramente l’effetto Barbera. Non è retorica, ma una cornice di pubblico che merita palcoscenici europei ha fatto la differenza, spingendo al successo la squadra di Baldini.
LA PARTITA. Mister Oddo torna all’antico e rispolvera il 4-3-3 in versione offensiva con Jelenic mezz’ala di inserimento e Ceravolo centravanti. Si gioca in una bolgia, dento lo stadio saranno forse più dei 33mila annunciati e appena il Palermo supera anche solo la trequarti campo si alza un boato infernale. I piani del Padova si complicano ben presto, quando al 18' si fa male Valentini, l'architetto difensivo, che è costretto a lasciare il campo per Gasbarro. Nemmeno il tempo di metabolizzare il cambio che al 22’ il Palermo, fattosi più propositivo con il passare dei minuti, guadagna un rigore per l’ingenuità di Pelagatti che intercetta con la mano, saltando in maniera scomposta, un cross dalla destra. Dal dischetto Brunori sigla il vantaggio e mette ancora più in salita la gara per il Padova. Anche perché la reazione biancoscudata non c’è.
Il Palermo viaggia a una velocità doppia rispetto agli avversari, per intensità di gioco ma anche foga agonistica. Si spera che le cose cambino nella ripresa e invece il Padova decide di suicidarsi definitivamente. Ronaldo all’11’ torna a mostrare il suo lato oscuro, gli si chiude la vena e colpisce Perrotta con una testata a gioco fermo. L’arbitro, richiamato dal Var, non può far altro che espellere il brasiliano. Il sipario si chiude qui, il Padova, già molle in precedenza, non ha la minima forza di reagire, chiude in nove per il doppio giallo a Germano nel recupero e deve ringraziare Donnarumma se il passivo non risulta più pesante. Nell'ultima mezz'ora non c'è più partita, ma solo una festa sugli spalti che esplode definitivamente al fischio finale.
LA CORNICE. Resta, al di là di tutto, una giornata unica della storia biancoscudata. Già dal sabato sera è cominciata a sbarcare in Sicilia una parte dei 506 tifosi padovani. Una cifra enorme, considerata la lontananza e la complessità della trasferta. Un esodo favorito dall’amicizia che lega le due tifoserie, che hanno vissuto fianco a fianco l’attesa della partita fin dalla vigilia. Le ore piccole il sabato notte, l’incontro in spiaggia a Mondello la domenica mattina, il ritrovo alla Favorita il pomeriggio. “Il gemellaggio più bello che c’è” si canta sotto l’ombrellone, quando il sorriso era sui volti di entrambe le tifoserie. Prima che la notte si tingesse di rosanero, lasciando ai padovani solo le lacrime e un'altra annata in Serie C.
