La mascherina torna a far discutere e si conferma il simbolo della confusione nella gestione della pandemia. Per accedere ai seggi elettorali è raccomandata, ma non obbligatoria.
Mentre per gli esami di terza media e di maturità resta necessaria allo scritto e si può togliere all’orale. Il ministero della Salute ha disposto l’obbligo di Ffp2 negli ambienti scolastici, decisione dichiarata legittima tra l’altro dal Tar del Lazio.
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha però aggiunto che i presidenti di commissione potranno decidere se farla togliere.
E proprio la decisione sulle elezioni potrebbe aprire la pista a una revisione delle procedure anche in ambito scolastico. «Conto che al prossimo Consiglio dei ministri del 15 giugno potremo approvare un decreto per l’abolizione dell’obbligo di mascherina per gli studenti che sosteranno gli esami. Un’indicazione chiara sulla questione deve essere data dal governo», afferma il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.
Salvini si prende il merito della decisione sulle elezioni e rilancia: «Grazie anche al pressing della Lega siamo riusciti almeno ad eliminare l’obbligo di mascherine ai seggi, che sarebbe stato qualcosa di demenziale con 40 gradi.
Anche se, a proposito di gente strana, mi devono spiegare i ministri della Scuola e della Salute perché torturare centinaia di migliaia di studenti che devono fare gli esami di scuola media e maturità con la mascherina in classe a luglio. Vuol dire proprio odiare gli studenti senza alcuna motivazione scientifica».
Il dibattito coinvolge anche gli scienziati. Per l’infettivologo Matteo Bassetti «stiamo continuando a sbagliare. Sì per la prova scritta e no per gli orali? Semmai dovrebbe essere il contrario: agli orali, proprio perché una persona parla, ci dovrebbe essere più rischio potenziale per gli altri. Stiamo rasentando il ridicolo.
Bisognerebbe uscire da questa logica dell’obbligo e dare una forte raccomandazione all’utilizzo delle mascherine, dicendo come si devono usare e chi è meglio che le usi. Basta con questa filosofia dell’obbligo che, credo, ha anche stufato. Dobbiamo arrivare a una maggiore partecipazione».
E mercoledì potrebbe cadere l’obbligo nei luoghi al chiuso, dopo la proroga del primo maggio, per esempio sui mezzi pubblici. Sugli esami scolastici regna l’incertezza. «È una scelta squisitamente politica – commenta Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive al Gemelli di Roma –. Dal punto di vista epidemiologico è meglio una precauzione in più che una in meno, ma vanno date indicazioni chiare.
Al momento, sembra che si sia deciso di farla indossare solo agli scritti, forse perché c’è una maggiore concentrazione di gente rispetto agli orali, dove mi auguro che sarà garantita una distanza di sicurezza.
Può essere l’unica “ratio” per fare questa scelta piuttosto che un’altra. La situazione Covid è migliorata anche se i dati di Sudafrica, Portogallo e Usa annunciano varianti in agguato, come Omicron 5. In autunno servirà un nuovo richiamo, speriamo con un vaccino aggiornato».
