VENEZIA. Luciano Favaro, il compagno Luciano, aveva 74 anni. È morto, nella notte tra sabato e domenica, per un cancro che aveva scoperto di avere due anni fa. Lascia la moglie, due figlie e una nipote. Il mondo del sindacato perde una delle figure storiche della CGIL veneziana, mentre quello dello sport un grande appassionato della boxe. Era infatti presidente dell’Union Boxe di Mestre, di cui il fratello Adriano, maestro della nobile arte, ne è l’anima.
Nella sua pagina Facebook lo SPI CGIL Metropolitano Venezia scrive: «Ci stringiamo al dolore della famiglia per la morte di Luciano Favaro, nostro compagno e Segretario generale della Lega SPI Mestrina, venuto a mancare da vero combattente, dopo una strenua lotta. Un Uomo, un Compagno, un Amico, con cui abbiamo condiviso un importante e intenso percorso di vita sindacale e umana». Luciano incontra l’attività sindacale da giovane muratore a Murano. Il ragazzo è sveglio, le idee ben chiari e i principi di solidarietà, uguaglianza e giustizia ben saldi. Scrive ancora lo SPI GGIL: «Luciano si è sempre battuto con la tenacia e la consapevolezza di essere schierato dalla parte di chi crede in una società più equa e giusta, a difesa dei diritti dei lavoratori, dei pensionati e di chi non ha voce».
Il suo impegno sindacale lo porta nelle varie categorie, dalla Segreteria dei Chimici e a quella della Camera del Lavoro veneziana, senza dimenticare la FIOM e la carica di Segretario generale della FILT, nonché della FISAC, sempre veneziana. Anche da pensionato il sindacato è rimasto il suo mondo e attualmente era Il Segretario generale della Lega SPI Mestrina. «Ciao Luciano, quante battaglie e lotte! Le nostre discussioni, i tuoi insegnamenti e le nostre ultime “ronde”.
Avevamo preso anche strade politiche diverse eppoi ci siamo ritrovati in Articolo Uno - ha scritto l’ex onorevole Michele Mognato -. Hai speso la tua vita nel sindacato e nella politica per un mondo più giusto. Sei stato un protagonista del nostro mondo dello sport con la tua Union Boxe. Ciao Compagno! Addio Luciano!».