Il giudice di pace ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Domenico Zanon. E ha pure condannato la prefettura di Venezia al pagamento delle spese
SANTA GIUSTINA IN COLLE. Patente sospesa per tre mesi e perdita di 10 punti del documento di guida. Tre anni più tardi quella sanzione è stata cancellata e la Prefettura di Venezia condannata al pagamento delle spese. Protagonista della vicenda una studentessa (all’epoca) 18enne di Santa Giustina in Colle. Era andata a ballare nel Veneziano e mentre rientrava a casa, alle 3 di notte, nel territorio di Mirano aveva investito un gatto, perdendo il controllo dell’auto e finendo la corsa in un fossato. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco con i carabinieri di Spinea per i rilievi, oltre all’ambulanza e al carro attrezzi. Ambulanza che aveva trasferito in ospedale la padovana.
Per fortuna non era accaduto nulla di grave per la ragazza, sottoposta a una serie di controlli medici seguiti dalle dimissioni, non prima, però, degli esami del sangue che avevano accertato un tasso alcolemico di 0,57 microgrammi di alcol per litro di sangue contro un limite di 0.50.
Il risultato? Sospensione della patente per tre mesi, una sanzione amministrativa e di 544 euro e la perdita di 10 punti della patente con l’ordine di sottoporsi, entro 60 giorni, alla visita in una commissione medica provinciale. Lei non era stata d’accordo. E, assistita dall’avvocato Domenico Zanon, ha impugnato il provvedimento per «l’illegittimo accertamento del tasso alcolemico» in quanto non era stata avvertita né dell’esame né della possibilità di farsi assistere da un difensore come prevede la legge.
Il giudice di pace di Venezia le ha dato ragione. E, accogliendo in pieno il ricorso, ha azzerato le sanzioni condannando al pagamento delle spese la Prefettura di Venezia. Spese che, di norma, vengono compensate, cioè ognuna delle parti paga le proprie. Evidentemente il comportamento della Pubblica Amministrazione è apparso viziato sotto vari profili di legittimità.
Purtroppo la ragazza, oggi 21enne, ha già avuto la patente sospesa per i tre mesi comminati e per ulteriori 40 giorni sostenendo inutili disagi e spese per esami tossicologici non dovuti. Comunque verrà cancellato quell’episodio dal suo “curriculum” di automobilista, mentre resta confermata l’affermazione del principio secondo il quale, come indicato nel ricorso dell’avvocato Zanon, «quando la polizia giudiziaria intende procedere alla verifica del tasso alcolemico, ha l’obbligo di dare avviso all’interessato della possibilità di farsi assistere da un legale... anche se delega tale verifica al personale sanitario che ha ricevuto il soggetto in cura». Nel verbale dei carabinieri, invece, era scritto «è stata sottoposta a cure mediche nell’ospedale di Mirano che su nostra richiesta ha effettuato l’accertamento alcolemico».