«La pubblicazione degli elenchi in rosa e in blu non è solo anacronistica, ma discrimina Lgbt»
Il registro degli elettori per l'annotazione delle schede elettorali con gli «elenchi in rosa e blu, fatti dal Ministero degli Interni» per l’accesso ai seggi elettorali «non tiene conto della complessità delle persone transgender. Migliaia di persone aventi diritto al voto in questo momento in Italia non sono in possesso di documenti conformi alla propria identità». Lo dichiara in una nota Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale.
«La pubblicazione degli elenchi in rosa ed in blu, oltre essere anacronistici, pongono l'attenzione - sostiene Marrazzo - su un grande tema che avevamo sollevato anche per le scorse elezioni. Costringere le persone trans e non binarie a fare coming out in ambienti non idonei, esponendole di fatto alla possibilità di diventare un facile bersaglio di violenza e discriminazione (per la propria identità di genere). Mentre in contemporaneo lo stesso ministero non ha bloccato centinaia di liste dove le quote per le donne non erano rispettate, e per le quali faremo ricorso nei comuni dove siamo presenti».
«Per questo motivo chiediamo al Ministro Luciana Lamorgese che sia emanata una circolare che ponga fine ai libretti in rosa per le donne ed in azzurro per gli uomini, e che le file siano solo in ordine alfabetico e non divise per genere (maschio femmina), per poter regolamentare le file ai seggi in forma più rispettosa e permettere a tutti e tutte le persone trans di esprimere il proprio voto, parliamo di una popolazione tra le 100 e le 200 mila persone coinvolte, che anche a queste elezioni non parteciperanno in gran parte», conclude Marrazzo.