ROMA. Da un lato le sanzioni Ue, dall’altro il giudizio per eresia dell’alta corte dell’ortodossia mondiale. Sul Kirill incombe una doppia scure eppure il patriarca di Mosca si conferma l’alleato di ferro del Cremlino nell’invasione dell’Ucraina. «La Russia è uno Stato sovrano ed è impossibile isolarla dal mondo esterno», afferma il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, durante un incontro con una delegazione di medici siriani dell'ospedale patriarcale Al Hosn della Chiesa ortodossa di Antiochia. E aggiunge: «La Russia è fortunata ad essere uno Stato sovrano, sceglie i propri amici, stabilisce relazioni bilaterali basate sulle tradizioni che ci collegano con molti Paesi del mondo. La Russia non può essere isolata. La Russia non è solo un Paese, ma un intero continente. E' impossibile isolare la Russia».
Passaggio di consegne
Passaggio di consegne al Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca (Dree) con la benedizione del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill che ha silurato Hilarion, praticamente il suo "ministro degli Esteri”, contrario alla guerra in Ucraina. Il nuovo presidente del Dree, il metropolita Antonio di Volokolamsk, ha preso possesso dei documenti relativi agli aspetti statutari, finanziari, amministrativi ed economici delle attività dell'istituzione sinodale. Al termine del passaggio di consegna, il metropolita Antonio di Volokolamsk ha avuto un colloquio privato con il metropolita Hilarion di Budapest e dell'Ungheria. Nel frattempo l’Ue ha approvato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Ma ha dovuto cedere per la seconda volta ai ricatti dell’ungherese Viktor Orbán. Nei giorni scorsi infatti si è piegata sull’embargo petrolifero e ha inserito una deroga specifica per Budapest. Adesso, sempre per evitare il suo veto, ha escluso per il momento il patriarca di Mosca Kirill dalla “black list”.
Regime
«In Russia l'emorragia di popolo e delle élite continuerà». Il “padre” di Russia Ecumenica, don Sergio Mercanzin, riflettendo sulla fuga del rabbino capo da Mosca dopo 33 anni, vede in Russia una «situazione da fine regime». E «la Russia è sempre più isolata, il Patriarca anche. Servirebbe qualcosa di radicale, che venisse sradicato Putin. Finché ci sarà lui, difficile possa esserci la pace». Il fondatore di Russia Ecumenica sottolinea come in Russia molti, fiutando l'aria che tira, se ne stiano andando: «4, 5 milioni di russi siano già emigrati per evitare il regime di guerra. L'emorragia continuerà: oramai chi non è favorevole alla guerra viene perseguitato. I nemici della guerra sono i nemici di Putin». Don Mercanzin vede una «situazione drammatica per la Russia, sempre più isolata. C'è aria da fine regime. Ricorda tanto la fine dell'Unione Sovietica». Il fondatore di Russia Ecumenica si sofferma anche sulla cacciata di Kirill del “ministro degli Esteri' Hilarion: «Qualche osservatore dice che è finita la carriera di Hilarion, che era destinato a succedere al Patriarca. In realtà, a mio avviso, il giorno in cui cambierà tutto, diventerà una specie di eroe e potrà di nuovo concorrere al Patriarcato. Hilarion sarà recuperato».
Chiesa blindata
Intanto il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, ha preso sotto la sua diretta autorità le chiese della Crimea. La decisione è stata approvata dal sinodo della Chiesa ortodossa russa, dopo che le chiese in Ucraina si sono distanziate pubblicamente da Kirill, per il suo sostegno a Putin e alla guerra. Nel dicembre 2018 gran parte delle chiese ortodosse ucraine si sono staccate da Mosca, ottenendo "l'autocefalia" dal patriarcato di Costantinopoli. Le chiese che erano rimaste fedeli a Mosca si sono trovate in grave difficoltà dopo l'invasione russa. E a fine maggio si sono proclamate indipendenti, condannando pubblicamente Kirill per il suo sostegno all'invasione. Ora il patriarca di Mosca assume direttamente il controllo delle eparchie di Dzhankoi, Simferopol e Feodosia nella penisola ucraina occupata dai russi nel 2014, in una mossa che potrebbe far supporre dubbi sulla loro lealtà.
Condanna
La storica decisione della Chiesa ortodossa ucraina che ha dichiarato la «piena indipendenza» dal Patriarcato di Mosca, ha sancito una frattura definitiva nel mondo ortodosso Le Chiese ortodosse consorelle di Mosca e Kiev definitivamente "in guerra" con il Patriarcato russo sono in una posizione sempre più precaria. Soprattutto Kirill, su cui ancora pende la richiesta di condanna per eresia formulata da oltre 400 sacerdoti della Chiesa ucraina sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca, al Consiglio dei Primati delle Chiese Antiche Orientali (la più alta “corte” dell' ortodossia mondiale). Il Consiglio del ramo moscovita della Chiesa ortodossa di Kiev sottolinea le relazioni «complicate o assenti» con Mosca e il «completo rifiuto» di quanto dichiarato in questi mesi dal Patriarca Kirill che «non solo non ha condannato l'aggressione militare della Russia», ha affermato il portavoce, l'arcivescovo Kliment, ma «non ha nemmeno trovato parole per il popolo ucraino che soffre».