UDINE. Ora o mai più. L’Apu Old Wild West torna in campo domenica 12 giugno all’Agsm Forum di Verona (palla a due alle 20.45) e si ritrova con le spalle al muro dopo i passaggi a vuoto nelle due gare infrasettimanali. Una sorta di ultima spiaggia assolutamente inattesa, un buco nero da cui bisogna uscire con una prestazione di carattere e di sostanza, altrimenti sarà ancora serie A2.
Vietato arrendersi, tutto è ancora possibile. Il presidente dell’Apu Alessandro Pedone è tornato a parlare alla vigilia di gara quattro, per dare la scossa al gruppo bianconero.
«Dopo mesi di duro lavoro, sempre al vertice della classifica e con una Coppa Italia in bacheca, dobbiamo affrontare ancora un durissimo ostacolo. Vedere così tanti tifosi venerdì a Verona mi ha riempito d’orgoglio e gioia, ma soprattutto sapere che le adesioni per gara quattro sono ancor più numerose mi dà la consapevolezza che i nostri tifosi e tutto il mondo Apu credono ancora in questi ragazzi straordinari, così come io credo in loro.
Abbiamo un solo obiettivo, una sola idea, un solo pathos, riportare la serie a gara cinque. Conosciamo il valore dei nostri ragazzi, lo hanno dimostrato per dieci lunghi mesi, ho fiducia in loro e so che oggi lotteranno fino all’ultimo secondo per la nostra maglia. Dovesse servirci uno stock di bombole di ossigeno, un battaglione di massaggiatori, noi dobbiamo uscire da quel palazzetto senza rimpianti, coscienti di aver dato tutto».
In gara tre, onestamente, non ha funzionato quasi niente. L’Apu in questa stagione ci ha abituato a reazioni di grande carattere che in molte occasioni hanno portato a vittorie in rimonta, venerdì sera invece si sono state solo alcune fiammate nel primo tempo. Troppo poco per espugnare l’Agsm Forum, dove invece servono 40 minuti di grande intensità.
L’elenco è lungo. I segnali, a volerli cogliere, c’erano tutti: nelle affannose vittorie in gara quattro a San Severo, in gara due e tre contro Chiusi e in gara uno con Verona. Approcci alla partita troppo soft, scarsa fluidità in attacco, qualche blackout di troppo, il tutto mascherato da vittorie ottenute sul filo del rasoio. La situazione è peggiorata fra martedì e venerdì: una vagonata di palle perse e di rimbalzi offensivi concessi ai veneti, mira sballata dalla lunetta e al tiro da tre (solitamente si viaggiava col 38%), circolazione di palla poco efficace.
In gara tre, inoltre, la squadra bianconera è stata quasi inoffensiva nel cuore dell’area: appena 9 canestri da due su 32 tentativi. Troppi gli uomini al di sotto del loro rendimento standard, i lunghi che si caricano di falli (per Walters il problema è cronico), reparto ali quasi impalpabile.
L’Apu Old Wild West di questi play-off non è quella ammirata in regular season e nelle Final Eight di Coppa Italia. Viene da chiedersi se il calo sia fisico, mentale o entrambe le cose. Gara quattro chiarirà molte cose, ma l’impressione è che il problema sia innanzitutto nella testa. Venerdì abbiamo assistito a un approccio furioso alla partita da parte di Rosselli e compagni, un sacro fuoco che non si è visto negli occhi dei giocatori udinesi. A proposito Dopo gara due coach Boniciolli ha strigliato la squadra dicendo “dobbiamo decidere cosa vogliamo fare da grandi”.
Eppure l’Apu non è una squadra imbottita di giovani, a differenza di Verona, e i vari Antonutti, Giuri, Lacey, Cappelletti e Mussini hanno abbondante esperienza di A1 e di promozioni. Per questo motivo siamo convinti che stasera vedremo un’altra Udine rispetto a venerdì e che i giochi per la promozione siano ancora aperti.