VENEZIA. Carenza di mezzi e personale. Così tocca caricare i rifiuti alla rinfusa: l’alternativa è lasciarli ai gabbiani. Netturbini e motoristi alzano la voce, Veritas respinge le accuse al mittente.
Anche perché il quadro sarebbe da matita rossa: secondo gli addetti ai lavori, da mesi in varie zone del centro storico si è dato un taglio alla raccolta differenziata. O meglio, i cittadini si continuano a dannare tra plastica, secco e umido.
Poi lasciano fuori i sacchi dell’immondizia, e questi spesso verrebbero caricati sulle imbarcazioni di Veritas senza distinzioni di sorta. Alla faccia di Venezia capitale mondiale della sostenibilità.
IN TILT
La questione è emersa nell’ultima riunione di categoria, dove gli operatori ecologici hanno lamentato di non essere in condizione di poter svolgere il proprio compito. Perché la forza lavoro è sempre la stessa, se non in diminuzione. Mentre il volume dei rifiuti è riesploso ai livelli pre-pandemia, di pari passo con la ripresa dei flussi turistici.
Così la catena di raccolta, almeno da Pasqua in poi, ha dovuto fare i conti con un blackout a macchia di leopardo: le aree critiche sarebbero soprattutto alle Zattere e in campo Santa Fosca, oltre a quelle di maggior pressione da parte di vacanzieri e vita notturna – da San Zaccaria a Rialto, dalla fondamenta dei Ormesini alla Stazione. Fiadel, il sindacato Igiene ambientale, spiega che a causa di una forte riduzione dell’organico tocca fare di necessità virtù.
Ci sono problemi ad assumere. E altrettante difficoltà a reperire pezzi di ricambio per barche ed ecomobili acquei, quando finiscono fuori uso. Questi sono divisi in scomparti: i principali sono per il rifiuto residuo e la differenziata del giorno. Ma se il primo si riempie troppo in fretta, si fa ricorso al secondo. Regolarmente, dicono, senza saper stimare quanta differenziata venga “sacrificata” sul totale. Anche fosse una barca al giorno, sarebbe una sconfitta di tutti.
QUI VERITAS
Contattata telefonicamente, la società pubblica di servizi ambientali rispedisce le accuse al mittente. Prima puntualizzazione: da contratto di servizio con il Comune di Venezia, Veritas può disporre di 60 giorni l’anno in cui sospendere la raccolta differenziata. Per cause di forza maggiore – guasti tecnici, scioperi, acqua alta –, ma da gestire a sua discrezione. E in questa prima metà di 2022 si è ben al di sotto della soglia limite.
Ci sarebbero sì dei casi di raccolta indistinta di rifiuti. Ma sporadici, isolati, ordinari incidenti di percorso. Inoltre, differenziare è sempre possibile ex post con l’ausilio dei macchinari in discarica, un’operazione comunque costosa e ridondante rispetto all’incarico delle barche.
Stando ai dati dichiarati da Veritas, nel corso del 2021 si è differenziato circa il 37 per cento di tutti i rifiuti del centro storico. Nei primi quattro mesi del 2022 la percentuale è scesa al 35: una variazione minima e fisiologica, dovuta all’aumento del volume di immondizia. Non solo: secondo l’azienda non ci sarebbe alcuna crisi a livello di personale. Che sarebbe lo stesso dei tempi pre-Covid, a differenza di quanto ribadito dai sindacati. Delle due l’una, quindi. I rifiuti della città d’acqua diventano un tema. Dove finiscano, se tutti all’inceneritore o all’interno di una virtuosa gestione green, andrà verificato. In medio veritas, verrebbe da dire. Di sicuro, azienda e lavoratori dovranno sedersi al tavolo. E convenire su una versione di realtà.