TRIESTE Il periodo florido per il mercato immobiliare nella nostra regione ha determinato, nel 2021, un significativo incremento dei mutui. Un aumento percentuale tale da collocare il Friuli Venezia Giulia al primo posto al livello nazionale, davanti a Lombardia e Emilia Romagna. La fotografia emerge analizzando i dati statistici del Consiglio nazionale del Notariato che, tra i vari elementi, indicano come nella nostra regione i mutui con garanzia sui beni immobili il primo semestre dello scorso anno siano stati 6.525, e 7.120 nel secondo, con una differenza tra i due semestri del 9,12%. Il tasso per 100mila abitanti è pari a 1.136. Sotto il profilo demografico, a livello nazionale, a contrarre un mutuo sono state soprattutto persone tra i 36 ed i 45 anni.
Nel dettaglio, lo scorso anno in regione le compravendite di beni immobili sono state 38.131: 17.926 nei primi sei mesi e 20.205 da luglio a dicembre, con un tasso di mutui per numero di residenti che vede il Fvg al terzo posto al livello nazionale, dopo Valle d’Aosta e Liguria.
«Rispetto al 2021 oggi si registra un lieve rallentamento della stipula di mutui - osserva il notaio triestino Massimo Paparo - mentre un incremento significativo nel 2021 era prevedibile, viste le difficoltà e le incertezze del 2020, con lo scoppio della pandemia». Le cose però sono destinate a cambiare. Il rialzo dei tassi di interesse deciso ora dalla Bce «comporta un aumento del costo del denaro - spiega Paparo -. Quindi chi in passato aveva contratto un mutuo a tasso variabile registrerà degli aumenti, la rata del mutuo sarà quindi più pesante, e questo metterà certamente in difficoltà molte famiglie e anche diverse imprese. Bisognerà capire quanto dureranno questi rialzi all’inflazione».
Mario Giamporcaro, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Trieste ritiene che «il rialzo dei tassi frenerà il ricorso al credito: bene hanno fatto quelli che in precedenza hanno sottoscritto mutui a tasso fisso, mentre verranno penalizzati quanti avevano contratto un mutuo a tasso variabile. In linea più generale, in regione c’è una tendenza a ricorrere al credito anche da parte delle imprese, perché i Confidi ben sostenuti dalla Regione danno un forte supporto e hanno facilitano l’accesso al credito».
Per Stefano Nursi, presidente regionale della Fiaip - che il prossimo 30 giugno presenterà il borsino immobiliare - l’aumento degli mutui è stato incentivato «dai tassi rimasti a lungo a livelli bassissimi - valuta Nursi -, dal fatto che negli ultimi tre anni i risparmi sono aumentati e dal fatto che gli incentivi a livello nazionale per l'accesso al credito in caso di acquisto di prima casa degli under 36, congiuntamente ai contributi promossi dalla Regione, hanno spinto all'acquisto con mutuo».
Guardando nello specifico alla provincia di Trieste, il presidente provinciale di Fiaip Filippo Avanzini, confermando «un rallentamento dei mutui a fronte, invece, di un mercato immobiliare sempre molto vivace», ritiene il fenomeno si spieghi «valutando ci sia una crescita di acquisti di immobili a scopo di investimento. Con l’inflazione in salita, c’è la tendenza di molti ad investire i capitali e i risparmi, nel mattone: un bene di rifugio che ha sempre assunto un valore decisivo nei momenti difficili». Va anche considerato che «gli istituti bancari negli ultimi anni devono sottostare a politiche del credito più restrittive - osserva -, i mutui al 100% sono cosa ormai rara e anche questo può aver frenato».
Quanto all’Isontino, il presidente Fiaip Gorizia Pierluigi Sardelli evidenzia come «a Gorizia, piuttosto che a Monfalcone, il 98% delle compravendite avvenga a fronte della contrazione di un mutuo. Invece a Grado, dove si compra casa prevalentemente per investimento, gli acquisti nel 98% dei casi avvengono senza mutuo. Tra gli acquirenti ci sono timori per le decisioni della Bce e alcuni istituti bancari hanno già smesso i erogare mutui a tasso fisso».
