Fiasconaro e Forattini contro la Regione: «Ospedali pubblici in difficoltà, paghiamo politiche sbagliate»
MANTOVA. Pochi medici specialisti negli ospedali e ancora meno medici di medicina generale e i infermieri. E così ancora una volta la sanità pubblica è costretta a chiedere aiuto agli erogatori privati.
Fa discutere il mondo politico – e non solo – la decisione della Regione di appaltare ai privati migliaia di prestazioni sanitarie aggiuntive, ambulatoriali e di ricovero, per snellire le lunghe liste di attesa. Sul piatto dell’Ats Val Padana Regione Lombardia da qui a fine anno ha messo 2 milioni e 310mila euro a favore degli enti erogatori privati accreditati a contratto e non, ai quali vengono richieste visite ambulatoriali, diagnostica per immagini, ricoveri e interventi.
«Oggi ci troviamo a dover mettere una pezza a una situazione che è figlia di politiche poco lungimiranti di Regione Lombardia sugli ospedali pubblici, una situazione che era già problematica ancora prima del Covid. Oggi è giusto agire sull’emergenza ed è bene che si riducano le liste di attesa, ma in futuro la Regione dovrà lavorare molto e meglio su programmazione, investimenti e rafforzamento dei presidi pubblici in tema di macchinari e personale». La prima critica è del consigliere regionale M5S Andrea Fiasconaro, che aggiunge: «Avevamo già preso atto di questa delibera considerando il momento di emergenza che richiede una decisione di questo tipo, anche perché più velocemente si smaltiscono le liste di attesa e meglio è per i cittadini. Non contestiamo quindi il fatto che in questo momento di necessità si adottino queste scelte. Il punto è che si è arrivati a tutto questo dopo che il Covid ha aggravato una situazione che per la sanità pubblica non era ottimale già prima della pandemia».
Critica anche Antonella Forattini, consigliere regionale del Pd: «Che ci si debba nuovamente rivolgere al privato per sopperire alle carenze del sistema sanitario regionale non è una sorpresa visti gli errori fatti in passato e la scarsa volontà di risolverli ora. Le liste d’attesa sono un problema cronico per la Regione Lombardia e le azioni messe in campo dalla giunta, sino a oggi, sono soltanto misure tampone che non risolvono la questione. Ci sarebbe, invece, bisogno di interventi strutturali: personale e programmazione, fino ad oggi mancati. Impegnare continuamente risorse verso i privati accreditati, non migliora la qualità della salute dei lombardi e soprattutto non consente di sostenere adeguatamente gli ospedali pubblici che devono essere il perno della sanità territoriale. Vengono, invece, premiate la flessibilità e l’autonomia di questi gruppi sanitari privati, che guadagnano facendo visite e diagnostica senza poi però prendere realmente in carico i pazienti e i relativi oneri, che rimangono in capo al sistema pubblico. La risposta vera da dare sarebbe investire in maniera massiccia sul personale necessario al funzionamento del pubblico, che soffre ormai storicamente di trattamento economico, carenze numeriche, mancanza di valorizzazione ed eccessivo precariato o esternalizzazione».
Diverso il punto di vista di Alessandra Cappellari, consigliere regionale della Lega: «I cittadini hanno diritto a risposte immediate dal servizio sanitario e Regione Lombardia ha posto come proprio obiettivo proprio la riduzione delle liste di attesa. La Regione ha messo in campo risorse per 184 milioni di euro, disponendo l’apertura di ambulatori anche la sera e nel fine settimana, imponendo penalità economiche alle strutture private e pubbliche che non rispettano i tempi di attesa imposti e prevedendo agende condivise tra strutture pubbliche e private per velocizzare le prenotazioni di visite ed esami. In tutto questo percorso e per raggiungere l’obiettivo, Regione Lombardia ha il dovere di usare tutta la filiera a propria disposizione, quindi strutture pubbliche, strutture private accreditate a contratto e non a contratto, per arrivare quanto prima ad azzerare le liste di attesa. In Lombardia il cittadino potrà scegliere tra struttura pubblica e privata senza oneri aggiuntivi per lui e senza oneri aggiuntivi per le casse della Regione». Sul fronte privati hanno già annunciato la loro disponibilità alcune strutture come il Gruppo Mantova Salus , San Clemente e ospedale di Suzzara.