«C’è da aspettarsi tanta mobilitazione. Soprattutto nei Comuni più grandi. Capoluoghi e non. Per la mia esperienza al primo turno l’astensionismo non caratterizzerà il voto in Toscana». I toscani potranno anche snobbare i referendum, ma oggi andranno a votare per eleggere il sindaco. Probabilmente più di quanto abbiano fatto alle ultime amministrative del 2017, almeno nei capoluoghi e nelle città di una certa dimensione, dice Antonio Floridia, responsabile per la Regione dell’Osservatorio elettorale.
La mobilitazione
Prevedere numeri è impossibile, ma ipotizzare una tendenza, anche se complicato, non lo è. In particolare – precisa Floridia – nei Comuni «maggiori che andranno al voto: Lucca e Pistoia, come capoluoghi; Carrara (che capoluogo in senso stretto non è, anche se con Massa fa provincia); poi Camaiore, in Versilia, e Quarrata, in provincia di Pistoia». Ci sono anche altri Comuni di interesse per motiva vari: ad esempio Forte dei Marmi (ancora in Versilia), la microscopica capitale del turismo estivo di superlusso in Italia; Rignano sull’Arno, da dove previene l’ex premier e leader di Italia Viva, Matteo Renzi; Porto Azzurro, la “capitale” dell’Elba. «Anche se i Comuni più grandi hanno storie elettorali differenti, sia passate sia attuali, che hanno deciso di sperimentare alleanze elettorali differenti – insiste Floridia – possiamo affermare con un certo margine di sicurezza che registreranno un’alta affluenza alle urne». Intendendo per alta affluenza alle urne, un’affluenza superiore al 60%, visto che numeri molto più alti anche alle amministrative (e non solo), ormai, è difficile vederli.
Bottino per i ballottaggi
Nel 2017, in realtà, un’eccezione si è registrata, in Toscana ed è stata proprio a Porto Azzurro: al primo turno, votò il 73,3% degli aventi diritto. Un dato eccezionale non solo per l’isola, ma per il panorama generale toscano. Basta pensare, ad esempio, che a Lucca, dove si andava a alle urne, in un clima complicato per il centrosinistra (da commissariamento) per provare a riconfermare il sindaco uscente Alessandro Tambellini, si presentò ai seggi meno del 50% degli elettori al primo turno (il 49,4% per l’esattezza). Forse, malgrado i problemi, si dava per scontato il risultato. In questa tornata, la mobilitazione è molto più forte, come si è vista in tutta la campagna elettorale. E se anche non ci si aspetta – dicono gli osservatori politici – sindaci eletti al primo turno nei “grandi comuni”, ci si attende, invece, un forte (più forte) afflusso alle urne. Perché le coalizioni aspirano ad andare al ballottaggio con distacchi risicati. Sia a destra (dove Lucca deve fare i conti con l’ex candidato di Casa pound, che strizza l’occhio anche al voto moderato); sia a sinistra dove Italia viva corre da sola, senza il Pd, con liste civiche che mirano a erodere un tesoretto di voti, forse da giocarsi al secondo turno. Magari in sede di alleanze, per nulla scontate.
Tentazione ribaltoni
Stesse dinamiche, anche se con alleanze diverse a Pistoia e Carrara. A Pistoia, la buona affluenza alle urne sembra essere stata anticipata dalle vivaci chiusure elettorali dei vari candidati: del resto qui il centrodestra si gioca il mantenimento del Comune, strappato con Alessandro Tomasi cinque anni fa al centrosinistra; mentre il centrosinistra cerca di ritornare in municipio con una candidata sindaca, l’ex assessora regionale all’Ambiente Fratoni. Perciò si ipotizza di andare al primo turno oltre l’affluenza del 55,6% delle amministrative 2017. Idem a Bientina, in provincia di Pisa si pensa di riuscire a battere senza difficoltà l’affluenza del 50,8% (turno unico) visto che per la chiusura della campagna elettorale nelle piazze per i tre candidati a sindaco c’erano quasi 1000 persone su per 7mila elettori scarsi attesi alle urne.
Esperimento Carrara
Si prevede una corsa all’urna importante anche a Carrara dove la situazione è più fluida che altrove: anche qui tutte le forze politiche tenteranno il ribaltone. Infatti, il centrosinistra proverà a riprendersi il Comune, oggi guidato dai Cinquestelle che, però in questa tornata elettorale si sono alleati con la sinistra più a sinistra. Sembra senza tanta voglia di “apparentarsi al secondo turno”. Il centrodestra è invogliato a correre, anche grazie alla candidatura dell’ultimo momento del deputato Cosimo Ferri (Italia Viva) che potrebbe indebolire il centrosinistra. Perciò con un ballottaggio che si dà pressoché per scontato, tutti si danno da fare per portare più persone possibile ai seggi che fa presumere che sarà battuta l’affluenza (58,23%) registrata nel 2017.
«Difficile, invece – ribadisce Floridia - è prevedere come si comporteranno gli elettori nei piccoli comuni, perché le variabili sono molte».
