L’esperto geopolitico commenta ogni giorno sulla Stampa il conflitto tra Russia e Ucraina
Professor Margelletti, ieri la premier finlandese Sanna Marin era a Roma per discure con Mario Draghi l’adesione alla Nato di Svezia e Finlandia. Ma il presidente turco Erdogan continua a osteggiare il loro ingresso, insieme con alcuni leader politici italiani. Che ne pensa?
«Ho la forte sensazione che sia la Svezia sia la Finlandia dovranno comunque entrare in un’architettura di sicurezza transatlantica. Non ci troviamo in un momento qualsiasi della storia, e quindi si tratta di un processo accelerato connesso all’invasione russa in Ucraina».
Ma se la Turchia continuerà ad opporsi che cosa succederà?
«Considerate le premesse credo che comunque questo conflitto porterà con sé un’evoluzione di quella che sarà, in futuro, la Nato. E non dal punto di vista dei valori, ma dei meccanismi di funzionamento. Questo conflitto sta mettendo a nudo chi è pronto ad accettare le sfide di un mondo che non sarà mai più quello di prima, e chi pensa che gli equilibri siano ancora quelli della fine della guerra fredda».
Ciò significa che il Paese di Erdogan verrà messo da parte?
«Io dico semplicemente che è probabile la nascita di alleanze a più velocità: chi andrà più lento peserà meno negli equilibri dell’Alleanza. Saremo di fronte a una Nato 4.0: il conflitto tra Russia e Ucraina funzionerà da cartina tornasole per individuare chi sta da una parte e chi dell’altra».