L’archiviazione è stata sancita perché «i reati si sono estinti»
Si chiude con un’archiviazione la maxi inchiesta della procura di Milano sulle mancate condizioni di sicurezza di oltre 60 mila rider impiegati dalle società Foodinho-Glovo, Uber Eats, Deliveroo e Just Eat. Lo ha decretato il gip Angela Laura Minerva, accogliendo la richiesta dei pm del pool “Tutela salute, dell'ambiente e del lavoro” della procura meneghina. Per il giudice le quattro aziende hanno recepito tutte le prescrizioni in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro contestate dagli inquirenti del Nucleo Carabinieri ispettorato del lavoro e hanno versato ammende per un totale di 90mila euro.
Già a inizio dicembre si era saputo che i pm avevano chiesto l'archiviazione del fascicolo a carico di due manager Deliveroo, assistiti dagli avvocati Nerio e Massimiliano Diodà, due di Just Eat, assistiti dall’avvocato Andrea Puccio, uno di Foodinho-Glovo, assistiti dagli avvocati Paola Severino e Nicolò Pelanda e uno di Uber Eats, assistito dai legali Francesco Sbisà e Vittorio Moresco). L’archiviazione è stata sancita perché «i reati si sono estinti» dopo che «l’organo di vigilanza», ovvero i militari dell’Arma del Nil, «in seguito all’esame della documentazione trasmessa dalle società coinvolte, rilevava che le stesse avevano correttamente recepito le prescrizioni indicate ed hanno ammesso tutti gli indagati al pagamento ex d.Lgs. 758/1994», ovvero circa 15.700 euro testo.
La somma però sarebbe potuta arrivare a 733 milioni se la multa fosse stata moltiplicata per ciascuna delle oltre 60 mila posizioni lavorative esaminate. Tuttavia, sulla base di una sentenza della Cassazione «si è ritenuto di escludere la moltiplicazione della sanzione per il numero dei lavoratori coinvolti».