La stagione sulla terra di Ons Jabeur può definirsi entusiasmante, senza ombra di dubbio. Finale a Charleston, poi vittoria nel 1000 di Madrid(prima tennista africana) e subito la settimana a seguire la finale a Roma, dove oggi non era al massimo delle condizioni fisiche e ha dovuto cedere a Iga Swiatek, che ormai non è neanche più una grossa novità.
La n.7 al mondo però, sempre gentile e sportiva, ha posto l’accento sulla bravura della polacca e della sua strepitosa annata finora, oltre a citare i suoi limiti odierni: “Non mi sentivo aggressiva, avrei dovuto puntare di più sui colpi e lasciar andare il braccio. Lei gioca davvero bene, aggressiva, ha una palla molto diversa dalle altre giocatrici. Avrei dovuto credere di più di poter vincere questa partita. Il 4-2 è stato il gioco della partita; mi sentivo come se stessi facendo del mio meglio per farle girare tutti gli angoli del campo, ma era già pronta per quello, anche se forse avrei dovuto entrare in modo più aggressivo su un paio di colpi. Non ho giocato il mio miglior tennis, di sicuro, ma sono abbastanza felice di queste tre settimane. Per ora rimarrò positiva e mi concentrerò sull’Open di Francia. Ho molte cose da imparare da questa partita e sono felice della settimana che ho trascorso qui a Roma. Iga è la numero 1 per un motivo, ho molto da imparare da lei. Speriamo di avere presto un’altra partita“.
Il pensiero Roland Garros, chiaramente in questo periodo dell’anno è l’ossessione di tutti i tennisti, specie di chi (come Jabeur) sulla terra gioca bene e sta ottenendo grandi risultati, soprattutto consapevole di essere tra le poche elette che sono favorite a portare a casa la Coppa dei Moschettieri: “Mi aiuta molto ad essere fiduciosa, essere consapevole delle aspettative. Mi aiuta a essere più dura con me stessa. Devo arrivare nella seconda settimana, e migliorare gli altri risultati che ho fatto negli Slam. Forse altre giocatrici, come mi vedranno diranno “oh no(il termine era un altro), gioco con Ons”. Mi piace molto il Roland Garros, ho dei bei ricordi con quel Grande Slam. Sinceramente non pensavo di essere tra le favorite, andare lì e le persone si aspettano che io faccia delle cose. Ma è sicuramente una buona pressione per me, spero di essere pronta. Per ora lancio le mie racchette per due giorni, poi le riprenderò e sì, sarò pronto mentalmente, fisicamente per il torneo“.
Ma Ons Jabeur, nota per le sue invenzioni con la racchetta, ha anche una fine intelligenza tattica, che non manca di utilizzare per capire come e perché Swiatek domini in questo modo: “Non dubitavo di me stessa, ma avrei dovuto crederci di più. Avrei dovuto tirare di più, essere più sciolta. So che fisicamente non mi ha aiutato molto. Ho cercato di mantenermi positiva, provando a ripetere alcune parole nella mia testa che potevo farcela, continuavo a dirmelo l’intera partita. Ci sono alcuni punti che forse, se li avessi fatti, avrebbero cambiato lo scenario del gioco. Ma vuol dire che ha giocato in modo incredibile nei punti importanti. Questo è ciò che rende Iga Iga. Oltre ad avere un peso di palla differente: più sul dritto, devo dire. Forse il giro della palla era un po’ più duro. Penso si adatti molto bene al campo in terra battuta. Avevo bisogno di adattarmi di più forse ai suoi scatti perché era diverso. Onestamente, le ultime partite che ho avuto contro Dash e Maria era più spin. Lei sicuramente ha un gioco aggressivo, che la aiuta ad ottenere più punti gratuiti“.
Ovviamente, l’amarezza non manca, seppur ben camuffata, nelle parole di Jabeur, che però riesce comunque ad avere uno sguardo roseo sul suo futuro, ora che la sua carriera sembra essere sempre più in fase di decollo: “Non sto piangendo in questo momento perché Iga è troppo brava, riconosco che ha giocato davvero bene. Come ho detto, forse io non ha giocato il mio miglior tennis, ma Iga può farti diventare quel tipo di giocatrice in campo. Preferisco perdere una finale in un 1000 che una finale in un Grande Slam. Quindi lo prendo come una cosa positiva, e non voglio rovinare le ultime tre settimane con questa partita. Iga è Iga. Lei merita di essere qui e merita di vincere partite del genere, da cui imparerò sicuramente molto“.