La direttrice Ghizzi: «Inaugurazione entro fine giugno». L’intervento sarà illustrato il 25 maggio per i “Flash d’arte”
MANTOVA. Un nuovo allestimento per il Tempio albertiano di San Sebastiano. Sarà illustrato nel prossimo appuntamento di “Flash d’arte. Racconti per un nuovo museo 2022”, mercoledì 25 maggio alle 18, al museo di Palazzo di San Sebastiano, che avrà come ospite un grande esperto di pittura e scultura del Rinascimento con un particolare riguardo ai legami tra pittura e architettura, Matteo Ceriana. Mantegna e l’architettura, soprattutto dipinta sarà il titolo del suo intervento che si concluderà con una visita speciale alla Casa del Mantegna.
«Questo incontro farà da preludio all’inaugurazione, entro la fine di giugno, del futuro allestimento della chiesa di San Sebastiano che diverrà “un nuovo Tempio per l’architettura” – spiega Veronica Ghizzi, direttrice dei Musei Civici -. La struttura progettata dall’Alberti a partire dal 1460 sorge non a caso di fronte alla casa del Mantegna costruita in un terreno che gli aveva donato Ludovico Gonzaga, probabilmente per gratitudine al termine della realizzazione della Camera Picta. Il modo migliore di raccontare il Tempio è iniziare dal contesto culturale in cui è sorto e anche dal dialogo aperto tra Leon Battista Alberti e il celebre pittore».
Nel nuovo allestimento della chiesa di San Sebastiano, uno strano edificio, un po’ tempio, sinagoga, con una parte inferiore simile a una cisterna islamica che tanto scalpore aveva suscitato nella chiesa mantovana del tempo, vedrà ricollocate molte opere che provenivano proprio dall’interno per essere musealizzate. Si tratta di tutte le sculture che erano conservate nella sala dei Trionfi, ora vuota e utilizzata per i convegni, tra cui anche alcuni capitelli provenienti da Sant’Andrea, plutei, mensolature, grandi lastre gonzaghesche, il peduccio con la scritta “ab Olympo”, proveniente proprio dalla Casa del Mantegna.
«Per Mantegna infatti l’architettura fu un campo di indagine e una pratica frequentata fin dall’inizio con precocità rispetto al lessico dei suoi contemporanei – aggiunge Ghizzi -. Attraverso una serie di confronti si cercherà di mettere a fuoco il doppio binario sul quale si muove l’artista rispetto alla res aedificatoria, quello dell’architettura rappresentata come necessario scenario delle sue figurazioni e quello dell’architettura realizzata».
La casa interpreta anche il desiderio di realizzare un meccanismo di autolegittimazione, che rimanda ai precetti esposti da Alberti nel De pictura. «In questa direzione si comprende bene anche la scritta ab Olympo - conclude la direttrice - un’attestazione di fierezza in cui riecheggia soprattutto la memoria dell’antica bottega di Fidia ad Olimpia, sulle cui pietre il fulmine di Zeus aveva inciso il riconoscimento della grandezza». Ingresso gratuito, info e prenotazioni: 0376 367087 o museicivici@comune.mantova.it.