Il direttore sanitario dell’Ats: «Mascherine ancora utili e vaccino per tutti in autunno». Il consiglio: «Il virus può cambiare, proteggetevi al market e dal parrucchiere»
MANTOVA. Dall'inizio della pandemia ad oggi quasi un mantovano su tre ha contratto l'infezione da Covid-19. È quanto rivela l’ultimo report sulla pandemia nel territorio dell’Ats Val Padana redatto dall’Osservatorio Epidemiologico Ats diretto dal dottor Marco Villa.
Il tasso in provincia di Cremona è leggermente più basso, probabilmente perché risente della scarsa capacità diagnostica della prima ondata che ha visto il Cremonese tra le aree più coinvolte e ha contribuito in parte a una parziale immunizzazione della popolazione. L’ambito casalasco-viadanese è quello che invece ha avuto il maggior numero di contagi in rapporto al numero di abitanti. Nel Mantovano nell’ultimo mese i contagi sono in netto calo, sia tra la popolazione generale che tra gli studenti.
«È così – sottolinea la dottoressa Silvana Cirincione, direttore sanitario dell’Ats Val Padana – la situazione ora è più tranquilla e i numeri sono in calo. È altrettanto vero che le persone si tamponano meno. Ai test si sottopongono principalmente i sintomatici, mentre possiamo dire che gli asintomatici non vengono più rintracciati. Del resto il green pass non è più richiesto praticamente quasi dappertutto».
Quindi siamo quasi fuori dalla quarta ondata?
«No. Il virus circola un po’ meno, ma circola. Anche negli ospedali la situazione è più contenuta, ma non bisogna abbassare la guardia. Le raccomandazioni e la cautela vanno adottate nei luoghi chiusi e dove c’è uno stretto e prolungato contatto, come nei posti affollati, dal parrucchiere o al supermercato. Quindi la mascherina è sempre meglio tenerla a portata di mano, soprattutto dove si registrano assembramenti. Dobbiamo aprirci alla vita normale, ma con attenzioni e senza dimenticare tutto quello che abbiamo vissuto finora».
Nel mondo sono già apparse le sotto- varianti Omicron 4 e 5, già riclassificate da varianti di interesse a varianti di preoccupazione. Secondo lei la quarta dose sarà raccomandata a tutta la popolazione? E quando?
«Ora c’è una quarta dose, o seconda dose booster, per gli over 80, la popolazione fragile da 60 a 79 anni e gli ospiti delle Rsa. Stiamo vedendo che Omicron è in grado di reinfettare i soggetti ed esiste il rischio che altre varianti si facciano strada. Detto questo, immagino che l’estate alle porte sarà come quella precedente. Avremo un virus che circola e che potrebbe modificarsi ancora. Sicuramente se le cose non cambiamo possiamo ipotizzare che in autunno sarà necessario rivaccinare gran parte della popolazione, se non tutta, e magari con un vaccino nuovo che abbia una migliore copertura sulle nuove varianti».
In quel caso sarete pronti con i centri vaccinali?
«Certo, la macchina organizzativa è rodata e saremo pronti a riaprire gli hub vaccinali velocemente. Ats e Asst stanno già perfezionando un piano in grado di dare risposte immediate a una nuova campagna vaccinale».
La copertura vaccinale quanto dura nel tempo?
«Il grado di copertura è legato anche alle situazioni personali. Gli esperti hanno visto che una finestra minima è di quattro mesi e dopo i quattro mesi c’è una riduzione della capacità immunologica, ma non si azzera. Ora si dovrà valutare attentamente se Omicron cambierà ancora e capire in autunno quali armi nuove avremo a disposizione».