Gli alunni della scuola elementare Zibordi lanciano il progetto “Ci metto la faccia”
REGGIO EMILIA. «Fare pace senza litigare perché il mondo è amore». Se avete letto messaggi del genere in via Emilia San Pietro e in altre strade del centro sapete chi sono gli autori: gli alunni della scuola elementare Zibordi.
La scuola lancia quest’anno il progetto “Ci metto la faccia”. L’insegnante Mara Anastasia è la referente del progetto, partito ancor prima dello scoppio della guerra in Ucraina e in seguito impreziosito con il contributo dei piccoli rifugiati ucraini.
«Abbiamo voluto un po’ lanciare un segnale alla città legato al periodo storico in cui viviamo – sottolinea la preside Elisabetta Fraracci –. I bambini hanno fatto una riflessione su cosa vuol dire vivere nel quotidiano in un contesto di serenità».
Al progetto hanno partecipato tutte e dieci le classi dell’istituto. Oggi è in programma l’inaugurazione della mostra specifica a palazzo Da Mosto, visitabile ogni fine settimana fino al 3 giugno.
La mostra si chiama “La Palestra del punto di vista” ed è realizzata in collaborazione con la Fondazione Mus e il Comune di Reggio Emilia.
«Abbiamo organizzato le attività all’interno delle lezioni di educazione civica di tutte le classi – riprende Fraracci –. Sono riflessioni che includono l’educazione artistica, il disegno, le relazioni. È stato davvero un lavoro interdisciplinare, legato alla pace e alla condivisione».
L’attualità del messaggio precede lo scontro bellico. «L’idea è nata prima – rimarca la preside – grazie a un lavoro sull’identità e sulla conoscenza di sé, oltre all’importanza di creare un gruppo. L’attività s’è concretizzata negli autoritratti».
Agli autoritratti hanno preso parte i bambini ucraini in fuga dalla guerra. «Quando abbiamo iniziato a fare i ritratti sono arrivati i primi bimbi – aggiunge Fraracci – che sono stati inclusi nel progetto, trovando un contesto di accoglienza. Sono piccini e sono facilitati dai linguaggi del gioco e della grafica: è più semplice imparare con il gioco e con le immagini».
Imparare è tra i verbi principali in ogni scuola che ci si rispetti. Se poi l’apprendimento include il divertimento l’effetto è ancora migliore. Quando l’apprendimento è bidirezionale allora la missione è compiuta.
La preside garantisce che all’elementare Zibordi il risultato può essere raggiunto con il progetto. «Tra maestre e alunni c’è sempre un rapporto di reciprocità – esprime Fraracci –: i bambini lanciano tantissimi feedback alle insegnanti, che hanno elaborano percorsi in sintonia con i precedenti e al tempo stesso diversi. Si verifica così un arricchimento grazie a progettualità che cambiano nel tempo».
La scuola Zibordi non è nuova a iniziative aperte a tutta la cittadinanza. Nel natale 2020 gli alunni dell’elementare di viale Monte Grappa avevano tappezzato (sempre con il supporto delle docenti) la città di frasi di fratellanza, amicizia e amore.
I messaggi erano stati pensati all’interno di un progetto ispirato dalle poesie di Gianni Rodari. Quest’anno l’evoluzione, basata sull’autoritratto. «Riconoscersi nello sguardo di altri consente di mettersi in gioco personalmente – conclude la preside – ed è un messaggio educativo molto importante».
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