Il presidente della Regione sul progetto sino americano: «Dimostrino di andare avanti come hanno promesso»
REGGIO EMILIA. Il progetto era stato salutato con entusiasmo da molti, con timore dagli ambientalisti. Silk Faw, però, non decolla e col passare del tempo aumenta lo scetticismo sulla sua realizzabilità, malgrado l’ottimismo ostentato dai due amministratori delegati, interessati a guadagnarsi la fiducia degli investitori. Nell’attesa la Regione, che dovrebbe indirizzarvi un contributo da 4,5 milioni di euro, perde la pazienza e lancia un monito per bocca del presidente Stefano Bonaccini: «Silk Faw e i suoi partner, promotori del progetto per la realizzazione a Reggio Emilia del maxi stabilimento per la produzione di auto elettriche, dimostrino di sapere andare avanti come hanno promesso e immaginato. Non ancora tutto è al suo posto e noi, per ora, non abbiamo erogato un euro di fondi pubblici».
L’occasione era il convegno “Economia pulita. Sviluppo e sostenibilità nel Pnrr: istituzioni e imprese a confronto”, che si è tenuto ieri mattina a Bologna. Bonaccini vi è intervenuto come ospite, esternando la preoccupazione già manifestata la settimana scorsa da chi, nella sua giunta, si occupa direttamente della questione, l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla. «Noi ci auguriamo – ha concluso – che vada tutto per il meglio, perché parliamo di un investimento da un miliardo di euro e di nuovi posti di lavoro».
Intanto anche le notizie più consolanti vengono proposte con il condizionale. Non s’è ancora perfezionato l’acquisto dell’area di Gavassa su cui dovrebbe sorgere la fabbrica, ma la firma del rogito sarebbe imminente grazie ai sessanta milioni di euro che sarebbero in arrivo dal fondo sovrano “Kuwait Investment Authority”. Tuttavia il costo complessivo dell'impresa sino-americana è molto superiore e sul suo avvio si sono susseguiti segnali inquietanti, a cominciare dalla defezione dei manager designati. Alcuni giorni fa si sono dimessi i pezzi da novanta Amedeo Felisa e Roberto Fedeli, approdati alla Aston Martin.
Il mercato delle auto elettriche, infatti, è particolarmente colpito dalla carenza di semiconduttori e su Silk Faw si addensano le nubi della politica, essendo forte la diffidenza verso il partner cinese Faw, una società molto legata al governo di Pechino.
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