BELLUNO. Bellunum chiude con un utile di 257 mila euro il bilancio 2021. Un numero dato in larghissima parte dalla gestione della raccolta dei rifiuti nel capoluogo, dove l’utile si attesta a 284 mila euro e va a compensare le lievi perdite degli altri comuni serviti dalla società. Pagate le imposte, l’utile è di 255 mila euro.
Dati che il presidente del consiglio di amministrazione, Davide Lucicesare, ha presentato ieri mattina ai soci, riuniti in assemblea per approvare il bilancio consuntivo 2021 della società.
Bellunum l’anno scorso ha gestito il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, che comprende anche la pulizia e spazzamento strade, la gestione dell’ecocentro e dello sportello informativo e servizi accessori quali la pulizia delle isole ecologiche, lo svuotamento dei cestini e dei contenitori di pile e farmaci scaduti, nei comuni di Belluno, Limana, Borgo Valbelluna, Feltre e Sospirolo. Dal 1° gennaio del 2022 ha esteso il servizio anche a Quero-Vas, Seren del Grappa, San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina e nella conca dell’Alpago. Nel capoluogo Bellunum si occupa anche della gestione dei parcheggi e della discarica di Cordele.
La gestione 2021 ha generato un reddito operativo di 328 mila euro, con un incremento di 228 mila euro rispetto al 2020. L’utile finale è stato di 255 mila euro, dopo le imposte.
Nel comune di Belluno l’utile è stato di 284 mila euro, con ricavi totali pari a 5.587.000 euro, in crescita di 561 mila euro rispetto al 2020 per varie ragioni: «160 mila euro derivano dai maggior svuotamenti del secco effettuati da alcune utenze, soprattutto non domestiche», spiega Lucicesare.
L’attività di recupero dell’evasione Tari relativa ad annualità pregresse, invece, ha portato in cassa 214 mila euro. Ogni anno Bellunum effettua una costante attività di verifica sugli utenti, che permette di sanare alcune posizioni non regolari (ad esempio sulle metrature dei locali) ma anche di far emergere il sommerso, come quegli utenti che non aprono un contratto e quindi non pagano. L’utile è elevato, e le sue ripercussioni, in base al nuovo modello di calcolo tariffario stabilito da Arera si vedranno il prossimo anno quando le tariffe potrebbero diminuire. Al condizionale, perché dipenderà dai costi di gestione e da quelli dell’energia. In ogni caso, i 250 mila euro permetteranno di attutire eventuali rincari.
Il bilancio del comune di Limana è sostanzialmente in pareggio (utile di 4 mila euro), come quello di Sospirolo (-3 mila euro), quello di Borgo Valbelluna in perdita per 15 mila euro. Un dato, quest’ultimo, generato dal necessario allineamento tariffario degli ex comuni di Mel e Lentiai, che sono entrati in Bellunum ma avevano altri piani. È in perdita anche Feltre, per 20mila euro, per la stessa ragione, oltre che per costi di gestione che si sono rivelati più alti. In buona sostanza, è come una bilancia, che sale e scende anno dopo anno, fino a quando si arriverà ad un punto in cui tutti i comuni saranno allineati. «Di fatto hanno chiuso in perdita i comuni in cui abbiamo iniziato a fare il servizio l’anno scorso», conclude Lucicesare, «perché non c’era piena contezza dei piani tariffari che abbiamo iniziato ad allineare».
In chiusura di assemblea, Lucicesare ha comunicato ai soci le sue dimissioni dalla presidenza e dal CdA. Non sarebbe decaduto con l’elezione del sindaco, ha scelto di fare un passo indietro subito per non mettere in difficoltà la società e per anticipare i tempi amministrativi per il suo rimpiazzo. Lucicesare è diventato amministratore di Bellunum otto anni fa e sotto la sua guida la società si è ampliata e consolidata. Oggi gestisce i rifiuti in dodici comuni, il fatturato è cresciuto a oltre 11 milioni di euro e il patrimonio netto della società negli ultimi tre anni è passato da 2,8 a 5,2 milioni di euro. «Sono molto soddisfatto del lavoro svolto in questi anni», commenta. «Bellunum ha fatto moltissimi investimenti, e oggi possiamo dire che si occupa realmente del ciclo integrato dei rifiuti, che parte dalla raccolta e arriva allo smaltimento passando per la fatturazione e la riscossione dei pagamenti».