Mascherine, tamponi, gel igienizzante, ventilatori polmonari. Ma anche contratti di collaborazione, servizi di logistica, impianti di videosorveglianza e forniture di arredi scolastici. Tutto comprato in fretta e furia, saltando a piè pari le normali procedure in nome dell’emergenza pandemica. Sono alcune delle tante voci di spesa sostenute dalla struttura commissariale per il Covid. Il conto complessivo, secondo le verifiche di Panorama, è mastodontico: quasi 1,5 miliardi di euro. E questo solo in riferimento al periodo in cui il commissario è stato il generale Francesco Paolo Figliuolo. A spiccare, tra le altre, sono alcune società, come la Fca Italy, che ha portato a casa centinaia di milioni di euro. Così come la Italia srl, ex Amuchina, e la Versalis, società che fa capo al gruppo Eni e che si è specializzata nella produzione di gel igienizzante.
Il periodo in questione abbraccia dal primo trimestre 2021 al primo trimestre 2022, al termine del quale è stato dichiarato chiuso lo stato di emergenza. Insomma, archiviata la fase peggiore della pandemia, quella tra lockdown, obblighi di mascherine e vaccinazione di massa, è possibile tracciare un bilancio. Ma attenzione: dall’elenco sono escluse voci sicuramente significative come l’approvvigionamento delle dosi di vaccino e le spese esterne, non presenti nella lista dei pagamenti effettuati da Figliuolo. La domanda è un’altra: quali sono, invece, le spese sostenute dalla struttura quando a dirigerla c’era Domenico Arcuri? Panorama ha chiesto a Palazzo Chigi di aver accesso alla documentazione anche inviando una pec agli indirizzi della struttura, ma non ha ottenuto riscontri. Nemmeno un diniego, solo silenzio.
Stando al calcolo degli esperti, comunque, a 1,4 miliardi della gestione Figliuolo ne vanno aggiunti almeno altrettanti relativi all’operato del suo predecessore, per una stima che si aggira tra i 3 e i 4 miliardi di euro di pagamenti fatti. A questo punto, però, passiamo ai numeri documentati. I mesi tra aprile e giugno 2021 sono stati quelli più impegnativi da un punto di vista economico per il commissario. L’esborso ammonta a un miliardo e 156 milioni di euro per 545 pagamenti effettivamente compiuti. Tra le aziende ricorrenti c’è la Fca Italy, che ha fornito milioni di dispositivi di protezione individuale per un incasso di 100 milioni in un solo trimestre. Sempre nell’ambito della famiglia Agnelli, poi, ecco spuntare la Neos spa, società di trasporto aereo guidata da Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli, che ha ricevuto pagamenti per oltre 5 milioni di euro per servizi di logistica.
Una cospicua fetta è andata anche alla Eli Lilly per la fornitura di farmaci, per la precisione gli anticorpi monoclonali prodotti dallo stabilimento di Sesto Fiorentino e sul cui utilizzo (limitato secondo diversi esperti) c’è stata ampia polemica. Molto frequente è stata poi la spesa per gli arredi scolastici, che supera i 120 milioni di euro, con l’obiettivo di favorire il distanziamento nel rispetto dei contratti sottoscritti in precedenza da Arcuri. A fare la parte del leone è stata la Quadrifoglio sistemi d’arredo e la Principle Italy. Nei successivi trimestri, ovviamente, il capitolo di spesa è andato sempre più verso un ridimensionamento con un calo drastico delle operazioni. Tanto per rendere l’idea, tra gennaio e marzo 2022 ci sono stati appena tre saldi per la fornitura di materiale scolastico.
Col passare del tempo le priorità sono diventate altre. Così da aprile iniziano altre spese: quelle per aghi e siringhe, necessarie alla somministrazione dei vaccini. Ci sono state 33 operazioni in tal senso, che hanno coinvolto varie società produttrici, per un costo ben oltre i 5 milioni di euro. Inevitabilmente la spesa si è orientata anche sull’acquisto dei tamponi: la Abbott ha ottenuto pagamenti per 20 milioni di euro, fornendo una quantità imponente di test per verificare la presenza del virus.
Andando oltre il trimestre più corposo in termini economici, tra luglio e settembre 2021 si è avuta una frenata sulle spese autorizzate dal commissario. Gli esborsi sono stati «solo» 658 milioni di euro per un totale di 425 pagamenti. Nell’ultima parte dell’anno, poi, si è scesi a 13,2 milioni (con 425 pagamenti), mentre nei primi tre mesi del 2022 (gli ultimi del commissariamento) si è arrivati a 78,8 milioni.
Nell’elenco smisurato compaiono a più riprese giganti del mondo farmaceutico come Menarini e Diasorin, ma anche società cinesi contattate tanto per la fornitura di aghi e siringhe (la Changzhou Chuangjia Medical Appliance Co. Ltd), quanto per non meglio precisati «servizi logistici» (come nel caso della Guangdong Goldjet International Logistics co. Ltd). A conti fatti, comunque, la struttura commissariale guidata da Figliuolo, secondo i calcoli di Panorama, ha speso 1.495.332.730 euro per un totale di 1.457 pagamenti. I dati, per quanto imponenti, non sono sufficienti a tratteggiare il quadro completo. Sulla gestione restano i dubbi sulla scarsa trasparenza. Certo, Figliuolo ha provveduto a pubblicare il resoconto dei pagamenti, marcando fin dall’inizio una distanza dall’era di Arcuri in merito alla quale non esiste un elenco dei contratti siglati e dei pagamenti effettuati.
I due super commissari sono però uniti dalla mancata pubblicazione dei rendiconti. Il decreto del marzo 2020, che ha istituito la struttura, prevedeva alcune facilitazioni sulla contabilità, in virtù dell’eccezionalità della situazione. Ma non forniva alcuna deroga in materia di rendicontazione, che pure non è stata portata a termine.