foto da Quotidiani locali
La mano invisibile del mercato non ha funzionato, facendo disperare gli automobilisti a causa dei costanti aumenti degli ultimi dieci giorni. E allora il governo ritorna sui suoi passi. È quanto ha deciso l’esecutivo di Lubiana, che ha reintrodotto il tetto ai prezzi di benzina e diesel in Slovenia, cancellato solo lo scorso primo maggio.
A essere calmierati saranno i due tipi più comuni di benzina e diesel appunto, il cui prezzo massimo alla pompa è stato fissato rispettivamente a 1,560 euro e a 1,668 euro al litro, su valori leggermente superiori rispetto alle quote decise il 14 marzo e poi di recente eliminate.
La decisione, ha spiegato l’agenzia di stampa slovena Sta, è stata presa sia a causa degli aumenti osservati nei giorni scorsi – con i due tipi di carburanti schizzati a 1,713 e 1,868 in media e il diesel premium a 2,106 euro al litro, addirittura più alti in autostrada – ma anche e soprattutto in vista del prossimo futuro.
Esiste infatti, ha ammesso Lubiana, il rischio concreto di «grandi scompensi sul mercato dei prodotti petroliferi e di volatilità dei prezzi, come conseguenza del pianificato embargo Ue alle importazioni di petrolio» dalla Russia. Rischio che, almeno in Slovenia, dovrebbe essere stato scongiurato dal congelamento dei prezzi, che rimarrà in vigore per tre mesi, fino al prossimo 10 agosto.
Il tutto dovrebbe andare a beneficio delle tasche di tutti i cittadini, non solo degli automobilisti, dato che la crescita del costo dei carburanti sta avendo da tempo «un grande impatto sul trasporto commerciale», causando una reazione a catena di tipo inflazionistico, aveva avvisato la Camera di Commercio e dell’Industria (Gzs) slovena, che aveva auspicato la reintroduzione del tetto ai prezzi e indennizzi agli operatori del mercato petrolifero.
Operatori – dalla Petrol, che gestisce 318 stazioni di servizio arrivando a Omv (120 pompe) e Mol Slovenija (53 distributori) - che non possono certamente trarre conforto. Il danno stimato a causa del congelamento dei prezzi, sempre secondo quanto ha riportato l’agenzia Sta, per loro sarebbe di circa 30 milioni di euro al mese.
Tetto che era però necessario, aveva sostenuto da parte sua il vincitore delle ultime elezioni, Robert Golob, che ha di recente promesso un calmieramento dei costi anche per gli altri costi energetici, una volta diventato premier.