GRADISCA Naufraga in Consiglio comunale a Gradisca il tentativo di approvazione di un documento unitario per l’intitolazione di uno spazio dedicato alla memoria di tutte le vittime delle foibe. Fra polemiche e reciproche attribuzioni di responsabilità, l’aula non è riuscita a mettere una toppa al caso Cossetto.
Come si ricorderà, nella precedente seduta consiliare il gruppo di opposizione della Lega aveva proposto di intitolare un luogo pubblico alla giovane istriana vittima di stupri e violenze e poi infoibata dai partigiani jugoslavi.
Dalla maggioranza di centrosinistra era arrivato un diniego motivato in maniera articolata, ma con un passaggio controverso: «Norma Cossetto fu uccisa in quanto fascista, non in quanto italiana» aveva affermato l’assessore alle Pari Opprtunità, Francesca Colombi. Il caso è tornato a divampare a palazzo Torriani. Maggioranza e opposizione si erano lasciate con la volontà di dedicare alla prima seduta utile un ordine del giorno unitario e condiviso – prima proponente sempre la Lega – a tutte le vittime delle foibe. Missione fallita: il testo è stato bocciato a maggioranza (astenuto l’indipendente Sinicropi). La versione proposta dal Carroccio, pur recependo diverse indicazioni bipartisan, ha presentato comunque un inciso dedicato alla stessa Cossetto. “Nelle foibe sevizie, violenze e stupri come quelli subiti da Norma Cossetto sono assurti a simbolo di quella tragedia” recita il passaggio “incriminato”, che sottolinea il conferimento alla giovane istriana della Medaglia d’Oro al Valore Civile da parte dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Il dibattito è partito su toni pacati («Giusto ricordare le vittime delle foibe: ma tutte, a prescindere dalla loro appartenenza» ha puntualizzato l’indipendente David Cernic) salvo poi incendiarsi. Per il capogruppo del Partito democratico Paolo Cosulich, infatti, «si era esplicitamente chiesto di non fare riferimenti diretti al caso pur doloroso di Norma Cossetto», già definito «divisivo». Cosulich ha chiesto il ritiro del documento per una sua (ennesima) revisione. Abbastanza per far sbottare il capogruppo di opposizione Claudio Verdimonti (Cittadini): «La richiesta era di attenersi a un approccio istituzionale eliminando considerazioni politiche – ha affermato – ma se non è puramente istituzionale il riferimento all’unica infoibata insignita di Medaglia d’Oro da un Presidente della Repubblica, mi chiedo cosa lo sia. Chiedere di cancellare un riferimento istituzionale perché scomodo a una parte politica è incommentabile: il documento era perfetto». Mentre il civico di opposizione Renzo Gerometta ha definito la nuova mozione «un brutale ricatto della maggioranza», il sindaco Linda Tomasinsig ha affermato: «Spiace perché di nuovo si è voluto riportare il dibattito attorno a Cossetto, il che non è rispettoso delle vittime, tutte, che volevamo onorare». E l’assessore sempre dem Zanolla: «Il corpo di Cossetto ancora utilizzato a scopi propagandistici». L’appello di Tomasinsig ad “asciugare” il testo è caduto nel vuoto. Inevitabile il voto. «Abbiamo ritirato la prima mozione e accolto tutte le modifiche proposte sulla seconda – ha ribattuto il capogruppo leghista Cattarin, rifiutando di ritirare il riferimento simbolico a Cossetto –. Evidentemente si è voluto andare ancora una volta al muro contro muro».
