Lo studio dell’università di Milano presentato a Mantova. Dalla Chiesa: con la mafia non si convive
MANTOVA. L’imprenditoria mafiosa del quadrilatero padano formato dalle province di Mantova, Reggio Emilia, Cremona e Piacenza costituisce un peso su tutta l’economia della zona, costretta a pagare una vera e propria “tassa mafiosa” in termini di fatturato e di occupazione. È quanto emerge dall’indagine sulle infiltrazioni mafiose tra il 2018 e il 2019 condotta dall’osservatorio sulla criminalità organizzata dell’università di Milano presentata ieri al Mamu da Patrizio Lodetti, uno degli autori (l’altra è Martina Panzarasa) e dal coordinatore dell’osservatorio Nando Dalla Chiesa. L’appuntamento era il secondo della rassegna “Capaci di resistere ancora” organizzata da Comune, Provincia, Osservatorio della legalità e dalla Consulta della legalità in collaborazione con le associazioni Libera e Avviso pubblico, in occasione del trentennale delle strage in cui trovarono la morte i magistrati Falcone e Borsellino, simboli della lotta alla criminalità organizzata.
Lodetti ha analizzato la presenza della cosca calabrese Grande Aracri nelle quattro province e, attraverso un’analisi sulle imprese ad essa legate, ha evidenziato che «l’Ndrangheta non porta capitali e occupazione nel territorio dove si insedia, ma è il contrario». Non solo. «L’imprenditoria mafiosa condotta da persone provenienti dalla Calabria comporta anche uno svantaggio per le imprese autoctone: per le prime, infatti, il margine operativo lordo è nel quadrilatero superiore di 30mila euro, a Mantova di poco più di 13mila, di quelle condotte da persone originarie del posto».
Anche in termini occupazionali le imprese con manager calabresi hanno in media tre dipendenti in meno rispetto alle altre. Le aziende guidate da crotonesi censite a Mantova sono 604, di cui la maggior parte nel settore delle costruzioni edili e della ristorazione. Le conclusioni della ricerca sono di due tipi: culturale: dalle interviste agli imprenditori emerge una tendenza a legittimare la presenza della ’Ndrangheta; economica, dove la cosca di Grande Aracri si è radicata la “tassa mafiosa” è rilevante su tutto il territorio. Nando Dalla Chiesa ha ringraziato l’ex senatore Cinque Stelle, ed ex vicepresidente della commissione antimafia, Luigi Gaetti, «che ha finanziato la ricerca sulla mafia rivolgendosi alla nostra università, un gesto importante di un privato. Ha guardato la sua città convinto che ci fossero dei problemi, e con la ricerca sono venuti a galla». È quello che dovrebbero fare tutti i cittadini: «Con la mafia non si convive – ha sottolineato Dalla Chiesa – è necessario che tutti coloro che hanno responsabilità pubbliche diano il loro contributo a questo. A Milano la cooperazione tra istituzioni sta dando risultati importanti. I cittadini, però, devono essere sensibilizzati, solo così una società si unisce. Nessuno è più solo contro la mafia». Una mafia che prende tante forme e cerca di allargare la propria sfera di influenza. Come la ’Ndrangheta, che «dalla Lombardia sud occidentale con Grande Aracri si è allargata intorno al Po, per poi puntare al lago di Garda».