Un cappello alla cucina di Luca Tartaglia e Nicolò De Pol. “Feva” retrocesso, confermati Gellius e Osteria alla Chiesa
TREVISO. È una Marca piccolina e quasi immobile, quella ritratta da “I Ristoranti e i Vini d’Italia”, Guida de l’Espresso 2022. Piccola riguardo il numero dei ristoranti e dei vini ritenuti meritevoli di una segnalazione, immobile perché si tratta quasi sempre di nomi già presenti nelle precedenti edizioni. Tra i ristoranti, reale novità è l’ingresso in guida di Pierre Trattoria Sartoriale di Treviso: i due giovani Luca Tartaglia e Nicolò De Pol hanno subito meritato il “cappello” che premia i ristoranti di “Buona cucina” (come recita la legenda): nel commento l’autore segnala una proposta alla carta più semplice e menu degustazione che includono “piatti d’alta scuola”.
IN CITTA’
Sempre in città, resta un cappello alle Beccherie, dove Manuel Gobbo e Beatrice Simonetti realizzano “piatti moderni e pieni di carattere, che dosano con equilibrio gli impulsi creativi”. Nessun cappello per la cucina di Diego Tommasi al Basilisco, “locale dallo stile informale e cucina dallo spirito dinamico e aperto” e semplice citazione del nome per l’Antica Torre e Toni dal Spin.
IN PROVINCIA
Anche in provincia, gli autori della Guida confermano solo due locali meritevoli dei “due cappelli” che distinguono “cucina di qualità e di ricerca”: Gellius di Oderzo, dove Alessandro Breda continua ad essere “cuoco di solida esperienza, dall’anima ancestrale e dallo spirito rivoluzionario” e Osteria alla Chiesa di Monfumo, di Claudio Gazzola e Giada Bergamin, per la sua “cucina fuori dal coro. Istintiva, a tratti irriverente, coraggiosa”.
CH SALE E CHI SCENDE
Rispetto alla Guida 2021 perde invece il “secondo cappello” il Feva di Nicola Dinato ed Elodie Dubuisson a Castelfranco, anche se il commento non offre indicazioni aggiuntive sul giudizio e rileva, invece, la notevole offerta enologica. Procedendo secondo ordine alfabetico, il “cappello” va, ad Asolo, sia Stefano De Lorenzi che al Due Mori “fa rivivere con intelligenza” la tradizione, sia alla Locanda Baggio, dove Nino e Antonietta Baggio hanno “compiuto scelte coraggiose che si stanno dimostrando azzeccate”. Mantengono il “cappello” anche La Paterna di Giavera del Montello, dove “continua con ottima progressione il lavoro di ricerca di Giovanni Merlo”; Marcandole di Salgareda dei fratelli Roberta e Alessandro Rorato che continua ad essere “una tappa gastronomica sicura per gli amanti del pesce” e Andrea Stella della Trattoria Dalla Libera di Sernaglia della Battaglia: “una tavola capace di mettere d’accordo chi cerca piatti domestici e rassicuranti e chi invece predilige accostamenti meno consueti”. Citazione senza cappello per il Perché di Roncade e semplice segnalazione anche per il Pironetomosca di Castelfranco Veneto. Se i ristoranti sono pochi e “statici”, non va tanto diversamente con i vini trevigiani segnalati dalla Guida nella sezione vini curata da Andrea Grignaffini. Che sono, ça va sans dire, tutti Prosecco, in gran parte noti e tutti meritevoli di “4 bottiglie” (sulle 5 della scala valutativa).
DEGUSTANDO
Anche alcune versioni più radicali sono quelle già segnalate in precedenza: i frizzanti col fondo “Vitale” di Malga Ribelle di Farra di Soligo, “Vinell” di Tre Mat di Valdobbiadene, “Vigneto Mariarosa” 2019 di Ca’ dei Zago di Valdobbiadene e “Col Tamarie” di Vigna San Lorenzo di Vittorio Veneto. Quattro le bottiglie assegnate anche a due Prosecco “asolani”: Asolo Prosecco Col Fondo Sui Lieviti Brut Nature 2020 di Case Paolin e all’Asolo Prosecco Superiore Extra Dry Cuvée Indigene Millesimato 2020 di Loredan Gasparini, entrambi di Volpago del Montello. Premiati, sempre con le 4 bottiglie, anche alcuni Prosecco Superiore di cantine che enfatizzano la tipologia Rive, quindi la specificità del territorio da cui nascono, e che assecondano il sempre maggior interesse del pubblico per le bollicine più secche: Col Credas 2020 di Adami di Vidor; Col del Forno 2020 di Andreola di Farra di Soligo; Rive di Refrontolo Casa Vittorino 2020 di Astoria di Crocetta del Montello; Rive di Campea Dry 2020 di Bisol di Valdobbiadene; Rive di Guia Extra Brut Angelin Beo 2020 di Bortolin Angelo di Guia; Rive di Ogliano Ponente 2020 di Masottina di Castello Roganzuolo; Rive di Col San Martino Cuvée del Fondatore “Graziano Merotto” 2020 di Merotto di Farra di Soligo e Rive di Santo Stefano Extra Brut 2020 della Cantina Val D’Oca.
Infine, ecco in classifica le 4 bottiglie anche per altri due Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut: XZero 2020 di Follador di Farra di Soligo e Col del Sas di Spagnol di Colbertaldo di Vidor.
