Non ha cambiato la ricostruzione della procura di Milano un lungo interrogatorio in cui Irene Pivetti si è difesa dalle accuse di evasione fiscale, riciclaggio e autoriciclaggio.
Il pm Giovanni Tarzia, coordinato dall’aggiunto Laura Pedio, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente della Camera e altre cinque persone nell’ambito di un’inchiesta, chiusa nelle scorse settimane, relativa a una serie di operazioni commerciali risalenti all’aprile 2016 che avrebbero evitato all’Isolani Racing Team di mettersi in regola con l’erario con il quale la società era indebitata per oltre cinque milioni di euro.
Tra queste l’acquisto di tre Ferrari Gran Turismo del valore di 1,1 milioni di euro e del logo della scuderia. Le auto e il marchio sarebbero poi stati rivenduti a loro volta da società riconducibili a Pivetti ad altri soggetti. Sui proventi derivati dalle cessioni - stando agli accertamenti degli investigatori del nucleo di polizia economico-finanziaria delle GdF - sarebbe stata commessa una frode fiscale di circa 4 milioni di euro.
Lo scorso febbraio il Riesame di Milano, accogliendo il ricorso del pubblico ministero dopo la bocciatura da parte del gip, ha disposto il sequestro di circa 3,5 milioni di euro a carico dell'ex esponente leghista e di quasi mezzo milione di euro a un suo consulente Pier Domenico Peirone, che a fine aprile ha già patteggiato 1 anno e 10 mesi, pena sospesa. Sul sequestro, però, pende ancora un ricorso per Cassazione depositato dall’avvocato Filippo Cocco, legale di Pivetti.
Tra gli imputati per i quali il pm ha chiesto il processo, oltre a Pivetti, figurano il pilota di rally ed ex campione di Gran Turismo Leonardo 'Leo' Isolani, la moglie Manuela Mascoli, la figlia di lei Giorgia Giovannelli, il notaio Francesco Maria Trapani e un altro imprenditore, Candido Giuseppe Mancaniello. A decidere se mandarli o meno a processo sarà il gup Fabrizio Filice in sede di udienza preliminare, la cui data deve essere ancora fissata.