TRIESTE In centinaia venerdì hanno raggiunto la Cappella di via Costalunga per rendere un ultimo omaggio a Luciano Scozzai, una delle figure che hanno scritto la storia dell’attività della Questura di Trieste. Uomo di punta della Squadra mobile, sotto la direzione di Sergio Petrosino prima e di Giuseppe Padulano poi, Scozzai è scomparso lo scorso giovedì notte all’ospedale di Cattinara a 80 anni.
A dargli l’ultimo saluto c’erano amici, colleghi, tutti gli uomini della Questura dagli anni Ottanta ad oggi, che ritrovandosi in quel contesto hanno ricordato il suo modo di fare, di lavorare, l’attività frenetica in quella stanza 40 che è stato il suo ufficio e dove passando in via del Teatro romano si vedevano le luci sempre accese. Perché per l’ispettore della Squadra mobile Scozzai non c’erano giornate di riposo, turni e orari. Il lavoro veniva prima di ogni altra cosa.
A dare un segnale di vicinanza alla famiglia c’erano anche il sindaco Roberto Dipiazza, il questore di Gorizia Paolo Gropuzzo, lo stesso Padulano, oltre ai rappresentanti dell’Anps (Associazione nazionale Polizia di Stato), e avvocati come Giorgio Borean o Alberto Kostoris che in quegli anni con Scozzai si erano confrontati.
A riprova del valore di quell’ispettore, conosciuto in quegli anni da tutta la città, a commemorarlo c’erano anche alcuni pregiudicati, allora incastrati, arrestati o inseguiti dallo stesso Scozzai.
Per il 28 maggio prossimo, alle 17. 30, nella chiesa della Beata Vergine del Rosario, proprio a due passi dalla Questura, è già stata fissata una messa di suffragio. A celebrarla sarà don Mario Vatta, che ben conosceva Scozzai e aveva trovato in quell’ispettore un supporto nell’aiuto alle persone più fragili, ai tossicodipendenti in particolar modo, a coloro a cui dava e dà ancora un tetto e un aiuto San Martino al Campo.
