500 chilogrammi di cocaina al posto dei chicchi di caffè Nespresso. Qualcuno potrebbe pensare ad una puntata caffeinomane di Breaking Bad invece è accaduto davvero nella compunta Svizzera. A Romont nel cantone del Friburgo, dove ha sede uno degli stabilimenti di eccellenza del gruppo Nestlé-Nespresso, la polizia cantonale si è ritrovata davanti a diversi container zeppi di cocaina che nemmeno nelle sequenze più ardite dello Scarface con Al Pacino. A dire il vero, le cronache elvetiche parlano di ritrovamento avvenuto grazie ai lavoratori dello stabilimento. “Alcuni addetti hanno trovato una sostanza bianca indeterminata quando hanno scaricato i sacchi di chicchi di caffè appena consegnati”, si legge infatti nel rapporto delle autorità. Insomma, nonostante la bianca sorpresa tutto nelle precisa e linda Svizzera è proseguito senza intoppo.
Del resto nella homepage dello stabilimento di Romont si legge: “Ogni singola capsula Nespresso venduta nel mondo viene prodotta con cura in uno dei nostri tre stabilimenti con sede in Svizzera. Utilizzando la tecnologia più recente, il nostro team di oltre 1300 esperti di produzione trasforma con cura i chicchi di caffè sostenibili di altissima qualità nelle nostre capsule che vengono esportate in tutto il mondo”. La cocaina ritrovata, parliamo di decine e decine di pacchi trasparenti che hanno sostituito i pacchi con i chicchi di caffè nei container, è risultata pura all’80% e con un valore di quasi 51 milioni di dollari. Come poi riporta Bloomberg, Nespresso ci ha tenuto immediatamente a precisare che “i lotti sono stati isolati e la sostanza non è entrata in contatto con nessuna attrezzatura di produzione” e che “tutti i suoi prodotti sono sicuri da consumare e ha severi controlli di qualità per le spedizioni di caffè in arrivo”. Altri dettagli, anche solo il luogo da cui proviene la “merce” non sono stati svelati proprio perché è in corso un’indagine della polizia svizzera.
L'articolo 500 chili di cocaina al posto dei chicchi di caffè Nespresso: la clamorosa scoperta dei lavoratori mentre scaricavano i container proviene da Il Fatto Quotidiano.