Il focolaio è emerso durante la preparazione per la quarta dose di vaccino. È la prima volta che vengono registrati contagi dall’inizio della pandemia
VOLTERRA. Trentaquattro pazienti e circa venti operatori. Sono i numeri registrati del focolaio di Covid scoppiato nella residenza per anziani Santa Chiara di Volterra. La prima volta dall’arrivo della pandemia e che si materializza proprio a ridosso dell’allentamento delle misure restrittive anti-contagio. «Una vera beffa – dice la presidente del Santa Chiara, Angela Piccicuto – perché eravamo riusciti a evitare i contagi per tutto questo tempo, e invece è toccato anche a noi. Il fatto che siano tutti asintomatici, eccetto alcuni che hanno qualche linea di febbre, ci consola in maniera particolare. Però dobbiamo tenere alta la guardia».
Il direttore Fabrizio Calastri, che ha scritto un post su Facebook per descrivere la situazione ed evitare inutili allarmismi tra i parenti degli anziani ospiti della struttura, descrive una situazione sotto controllo, anche alla luce dei primi risultati avuti lunedì 2 maggio: «Abbiamo registrato numerosi negativi. E questo è sicuramente un buon segno».
La beffa ulteriore di questa vicenda riguarda il fatto che i casi di positività sono emersi proprio durante la fase di preparazione alla somministrazione della quarta dose di vaccino. «C’è stato un caso, poi un altro – aggiunge Piccicuto – e a quel punto abbiamo ordinato tamponi molecolari per tutti. Scoprendo il focolaio».
Il problema è stato organizzare gli spazi, come spiega Calastri: «In breve tempo oltre la metà degli anziani sono stati contagiati anche se fortunatamente, la maggior parte non ha sintomi, alcuni hanno febbre leggera, tosse e mal di gola. Inoltre ci sono anche circa venti operatori positivi tra Oss e infermieri e ciò ovviamente fa aumentare le difficoltà. In questi giorni abbiamo dovuto fare un complicato lavoro di spostamenti e riorganizzazione degli spazi. Creare una “bolla” Covid in un nucleo, spostare tutti gli ospiti negativi in un altro e gestire anche ora per ora le nuove situazioni che si venivano a creare man mano che venivano fatti i test, inventandoci spazi adeguati. Ciò ha ovviamente creato disagi tra gli ospiti i quali spesso non capivano nemmeno cosa stesse succedendo, tra l’altro con gli operatori non più vestiti con le normali divise ma con le tute Covid».
Malgrado tutto, però, il direttore del Santa Chiara usa la parola “emergenza”: «Pur avendo fatto tutto ciò che era ed è nelle nostre possibilità con le risorse disponibili, ci troviamo tuttora in una situazione emergenziale, aggravata dalla carenza di personale, sia Oss ma soprattutto infermieristico. Tra l’altro, essendo terminata l’emergenza Covid il 31 marzo, non è più contemplata la possibilità di integrazione di personale infermieristico da parte dell’Usl».
E, come spesso accade, chi resta al lavoro perché non contagiato si sobbarca un lavoro immane. «Stiamo gestendo questa fase delicata e complicata con tutte le nostre risorse – dice ancora il direttore – il personale sta facendo turni particolarmente impegnativi e non possiamo che ringraziarlo. Ci rendiamo conto che ci possa essere stato qualche disguido, magari qualche ritardo di comunicazione con i familiari o altri disagi e di questo ce ne scusiamo fin da ora con tutti. Continueremo a effettuare tamponi agli ospiti e agli operatori anche in tempi più ristretti del solito, confidando che progressivamente si possa tornare alla normalità e che tutto ciò possa essere solo un brutto ricordo».
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