Firenze. Oltre 15mila imprese e circa 117mila posti di lavoro a rischio in Toscana. Un duro colpo sferrato all’economia regionale (e non solo) da guerra in Ucraina e crisi energetica. Il costo dell’energia elettrica è cresciuto, infatti, di oltre quattro volte in due anni (il riferimento è con aprile 2019, ndr). Che tradotto, per il sistema economico toscano, significa un aggravio di circa 8 miliardi di euro. E se la tendenza di questa congiuntura proseguirà invariata per il resto del 2022, l’impatto sulle nostre imprese potrebbe essere devastante. Con una conseguenza su tutte: decine di migliaia di aziende costrette a chiudere i battenti. E a licenziare. A tracciare il quadro è l’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana. È sempre l’Irpet – attraverso il suo direttore Nicola Sciclone – a raccontare come, a fine 2021, il quadro fosse molto diverso.
«Sembra quasi un lontano ricordo – spiega – ma, fino a poco tempo fa, lo scenario macroeconomico raccontava altro: l’uscita dalla compressione pandemica era rapida, la ripresa in atto sembrava vigorosa e il mercato del lavoro segnava un aumento dei posti di lavoro rispetto al 2019. Condizioni incoraggianti che, a fine 2021, hanno fatto registrare un inatteso +6,2% sul Prodotto interno lordo (Pil) » . Poi, però, tutto è precipitato: l’accelerazione dei prezzi energetici e l’acuirsi delle tensioni nelle catene di fornitura, da una parte, e il conflitto in Ucraina, dall’altra, hanno trasformato lo scenario economico toscano. All’improvviso.
Più spese per le aziende
Il direttore Sciclone lo spiega senza mezzi termini: l’aumento del prezzo dell’energia elettrica e del gas sta avendo conseguenze molto pesanti sui bilanci e sulla redditività delle imprese toscane. «Se i prezzi non scenderanno – sottolinea il direttore dell’Irpet – l’aumento del costo per l’energia sarà in media di 25mila euro all’anno a impresa. Cifre che raddoppiano nel caso in cui l’azienda non appartenga al settore manifatturiero».
L’allarme dei sindacati
Ma per Ciro Recce, segretario generale di Cisl Toscana, i dati del rapporto Irpet sono «preoccupanti e confermano, purtroppo, la tendenza che si percepisce nel mondo del lavoro e nell’economia toscana».
«Ora – prosegue il sindacalista – dobbiamo agire in fretta, tutti insieme, per invertire la tendenza. Di fronte a questa analisi preoccupante, il punto nodale è capire cosa possiamo fare per superare le difficoltà. Dobbiamo farlo insieme, parti sociali e Regione, individuando i punti sui quali agire, che per la Cisl sono sviluppo, occupazione e misure a sostegno delle famiglie, puntando su innovazione e infrastrutture, oltre che sull’indipendenza energetica.Il patto per il lavoro condiviso con la Regione sarà anche l’occasione per avere occupazione più stabile in modo da far ripartire i consumi».
«Ci sono ombre sulla Toscana nello scenario attuale, che rischiano di allontanarci sempre di più rispetto non solo dal gruppo più evoluto delle regioni europee ma anche da quello delle altre regioni italiane – sottolinea Dalida Angelini, segretaria generale di Cgil Toscana – . Nel rapporto si riconosce la necessità di una nuova stagione di investimenti pubblici e privati con particolare riferimento al ruolo fondamentale delle risorse che derivano dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) , su cui, per noi, è fondamentale che la Regione attivi un confronto vero con le parti sociali. Sulle politiche energetiche che la guerra ha drammaticamente posto in evidenza, invece, va ribadita l’importanza strategica, in prospettiva, delle rinnovabili e va sottolineato il ruolo che può essere svolto in Toscana dalle biomasse e dalla geotermia».
«Non possiamo nascondere i timori che il rapporto Irpet ha evidenziato – aggiunge Paolo Fantappiè, segretario regionale di Uil Toscana – . A pagare le conseguenze, dopo due anni di pandemia, rischiano di essere ancora una volta lavoratori, pensionati e giovani. Non possiamo permettercelo. Per questo il Pnrr sarà una tappa fondamentale per il nostro futuro».
La regione
Per il presidente della Regione, Eugenio Giani, la Toscana sta resistendo anche agli effetti della guerra in Ucraina. «La Toscana si caratterizza positivamente, perché ci siamo resi conto che la flessibilità del nostro sistema economico, piccole e medie imprese, turismo, riscontra anche dei dati che sembrano farci già superare in qualche modo l’emergenza della guerra – spiega – . Lo si vede dal turismo che, in questi ultimi giorni, sta manifestando una grandissima vitalità ed è uno dei settori trainanti dell’economia regionale in questo periodo. L’economia toscana – ci consente di guardare con speranza al futuro». Ma lo scenario resta fosco. Se le cose non cambiano, infatti, gli effetti sulla bolletta delle imprese toscane sarebbero pesanti: si troverebbero a pagare, infatti, 4,2 miliardi di euro in più. E a soffrire di più sarebbero le imprese del settore cartario e chimico con aumenti fino al 160% in più.
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