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Promozione ottenuta con tre giornate d’anticipo. Ed ora l’obiettivo sono i trenta gol. Uno dei trascinatori dell’Arsiè in Prima Categoria è stato senza dubbio bomber Daouda Ndiaye. È lui il finalizzatore principale di un collettivo che ha funzionato a meraviglia, dopo essere stato allestito in modo completo dalla società. La guida tecnica di Luca Testa e del suo staff tecnico ha poi indirizzato la squadra verso un torneo dominato dall’inizio alla fine, con due sole sconfitte subite – Gemelle e Vitt le uniche capaci di battere i feltrini – e il solo Vitt abile nel riuscire a tenere in vita un campionato per il resto chiuso ad altre sorprese. Alla lunga però i trevigiani risultavano essere troppo staccati e domenica si è verificata l’apoteosi: 3-0 al Castion e contemporaneo 2-2 della seconda in classifica nel derby contro l’Itlas. 11 punti di distacco, margine impossibile da ricucire da qui al 15 maggio.
L’Arsiè punterà comunque a fare il meglio, cominciando da domenica in casa del Tarzo e proseguendo poi contro Arten e Lentiai. In ogni caso, sarà festa, come quella andata avanti a lungo l’altra sera. La quarta nella carriera di Daouda, il quale aveva già stappato lo spumante del salto di categoria indossando le maglie di Ztll, Limana e Fiori Barp.
«Ma adesso non ho più vent’anni, è sempre dura svegliarsi il giorno dopo un campionato vinto», ci racconta sorridendo il 41enne centravanti di origini senegalesi.
Contento di come è terminata la stagione, pur restando ancora degli impegni ufficiali?
«Tantissimo. Ho sempre vinto campionati da protagonista e pure stavolta è andata così. Ho giocato parecchio e sono a quota 25 reti in classifica marcatori. Un bel bottino niente male».
E lo puoi incrementare ancora.
«Assolutamente sì. Non nego di essere stuzzicato dall’idea di raggiungere quota 30, anche se già sarebbe motivo di soddisfazione battere il mio record di 27. Sto bene fisicamente ed è proprio vero che, come dice il proverbio, l’appetito vien mangiando. Ci proverò».
La scelta di andare ad Arsiè aveva un po’ sorpreso tutti, considerata anche la distanza da casa tua.
«Con l’allenatore Testa avevo in sospeso il torneo di Terza Categoria 2019-2020 alla Feltrese, quando stavamo lottando per andare in Seconda salvo poi vedere fermato il campionato causa Covid. Grazie al rapporto d’amicizia instaurato è nata l’opportunità di arrivare qui ed è andata alla grande. Inoltre avevo Luca Ackon che mi faceva compagnia per il viaggio, e tra l’altro in più di un’occasione ci si allenava a Celarda. Insomma, i chilometri non sono pesati».
La vostra forza, quest’anno?
«Pur condividendo il girone con squadre di livello interessante, siamo stati molto solidi dietro e davanti un gol lo facevamo sempre. Nell’andata poi abbiamo segnato da subito un solco importante, non perdendo mai. Ha fatto la differenza, alla lunga».
Ed ora la fatidica domanda: continui (e resti) il prossimo anno?
«Ormai mi prendono in giro tutti, perché saranno dieci anni che annuncio il ritiro dal calcio giocato. In realtà come detto mi sento in forma e gli stimoli non mancano mai, al pari della passione. Certo, non posso avere lo stesso passo di una volta, ad ogni modo con l’esperienza ormai so quali movimenti fare sul terreno di gioco. Quanto alla permanenza ad Arsiè, parlerò una volta terminata la stagione. Adesso ho… quota 30 da raggiungere».
Domandona: uno juventino sfegatato come te, chi tifa per lo scudetto?
«Sarei stato contento vincesse il Napoli, ma adesso è fuori dalla corsa. L’Inter è più forte e completa, però il Milan non molla mai ed ha un bel progetto sui giovani, quindi spero loro. La mia Juve? Dopo un anno così non sono né soddisfatto né arrabbiato. Spero torneremo competere per lo scudetto nel prossimo campionato».