A Losanna è andata in scena l’apertura del Tour de Romandie 2022, che vista l’assenza di buona parte dei nomi più noti, sarà un ottimo test\vetrina per molte eccellenti seconde punte, nonché qualche giovane talento. Si è partiti con un prologo di 5120 metri infarcito di curve e controcurve, che rendeva quasi impossibile impostare un ritmo costante. E infatti, come si poteva prevedere, l’ordine d’arrivo ha visto alcune importanti defezioni, primo fra tutti Rémi Cavagna (Quick-Step Alpha Vinyl Team), giunto solo 17° a 17″ dal vincitore.
Probabilmente proprio le curve sono quelle che hanno fatto la differenza per Ethan Hayter, che oltre a difendersi molto bene a cronometro è un ciclista veloce ed esplosivo, abituato a sprintare anche in pista, che quindi non si trova certo a disagio né a dover impostare una curva con cattiveria, né tantomeno a rilanciare il mezzo più volte nell’arco di pochi minuti: per la precisione 5’52″79, ad una velocità media di oltre 52 km/h. E così il cronoman più forte presente al via, Rohan Dennis (Jumbo-Visma), si è dovuto accontentare del secondo posto a 4″ dal britannico.
Alle loro spalle si trova letteralmente il vuoto, con Felix Grossschartner (BORA – hansgrohe) giunto 3° ad addirittura 10″, tantissimi visto che sono stati accumulati in appena 5 km. Dietro di lui di appena 2 decimi è giunto Geraint Thomas (INEOS), vincitore dell’ultima edizione del Romandia, che guadagna su tutti gli auspicabili pretendenti al successo finale, accentuando la giornata molto positiva per la corazzata britannica.
Vanno poi spese due parole per il 5° e il 6°, ovvero Maximilian Schachmann (BORA) e Matteo Sobrero (Team BikeExchange – Jayco): hanno chiuso la prova esattamente con lo stesso tempo, ovvero 6’05″96, restando inoltre a lungo al comando; probabilmente tutti abbiamo sperato dentro di noi che rimanessero ai primi due posti fino alla fine per poter dire di aver assistito ad un ex aequo. Per il tedesco è stato un bellissimo ritorno ad alti livelli dopo che, come molti altri, si era ammalato alla Parigi-Nizza rimanendo a lungo incapace di ingranare la marcia; se escludiamo il ritiro dalla corsa francese, questo era per lui il debutto stagionale e senza dubbio è un risultato che dà morale. Per quanto riguardo il campione italiano a cronometro è anche in questo caso una prova molto positiva, considerando anche che tra poche settimane prenderà il via al Giro d’Italia. Per entrambi – così come per tutti gli altri corridori presenti in Romandia – va sottolineato come una prova del genere non sia propriamente indicativa dello stato di forma, proprio per la peculiarità del percorso già evidenziata. Resta il fatto che trovarsi nelle prime posizione di un ordine d’arrivo è sempre e soltanto un segnale positivo.
Al 7° posto compare il giovane Ethan Vernon (Quick-Step), uomo veloce che ci dimostra una volta di più come i corridori che potevano far bene in questa cronometro potevano essere di natura estremamente diversa. Per lui è comunque un ottimo segnale, soprattutto da un punto di vista di approccio: non è mai scontato mettersi in discussione su un terreno diverso da quello a cui si è abituati e lui ha ottenuto un ottimo piazzamento. Chissà che non possa vestire la maglia di leader grazie agli abbuoni, visto che ha concluso la prova a soli 14″; tuttavia se va detto che lo stesso Hayter è tra i favoriti principali per il successo di tappa nelle prossime tre tappe.
In 8a posizione, sempre a 14″, scopriamo un altro nuovo talento, classe 2001, ovvero il neoprofessionista tedesco Georg Steinhauser (EF Education-EasyPost). Per lui è il primo piazzamento in una corsa WT, ma certo non inatteso visto che l’anno scorso ha ottenuto ottimi piazzamenti in tutti i principali appuntamenti della categoria U23, nonché un successo di tappa al Giro della Valle d’Aosta.
Chiudono la top10, ancora a 14″, Mauro Schmid (Quick-Step) e l’attesissimo Juan Ayuso (UAE Team Emirates), che possiamo ritenere il primo uomo di classifica dopo Geraint Thomas al termine della prova di oggi. Proprio guardando alla classifica chiudiamo elencando i risultati di Patrick Bevin (Israel – Premier Tech; 12° a 16″) – recente vincitore del Giro di Turchia -, Brandon McNulty (UAE; 16° a 17″), Aleksandr Vlasov (BORA; 18° a 19″), Antonio Tiberi (Trek – Segafredo; 19° a 20″), Mattia Cattaneo (Quick-Step; 20° a 20″), Ben O’Connor ( AG2R Citroën Team; 24° a 20″), Rigoberto Uran (EF; 27° a 22″), Damiano Caruso (Bahrain – Victorious; 31° a 22″), Ion Izagirre (Cofidis; 50° a 25″), Gino Mäder (Bahrain; 57° a 27″), Jakob Fuglsang (Israel; 82° a 32″), Thinaut Pinot (Groupama – FDJ; 88° a 34″) e Steven Kruijswijk (Jumbo; 95° a 34″).
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