MONFALCONE Il braccio di ferro tra la Lega by Fedriga e la primigenia Lega bossiana, giusto per dare un’etichetta, continua a riverberarsi sulla campagna elettorale. Così, nel mirino dell’ex amico Sergio Pacor, già capogruppo del partito e ora candidato consigliere di Territorio e Libertà (vicesindaco di Francesco Orlando, in caso di vittoria), finisce il patto che Anna Cisint ha fatto firmare ai suoi.
Privo di valore legale, ma pregno di connotazione «etica», stando alla diretta interessata. E, ultima notizia, in 144 l’hanno già siglato, con buona pace di Pacor, il quale lo ritiene invece «una cosa assurda: una richiesta di obbedienza assoluta a “sua maestà”, che dimostra per l’ennesima volta quale sia il concetto che la sindaca uscente ha del dialogo politico e dei rapporti tra le persone».
Ovvero: «Fiducia zero persino verso i suoi candidati». Quindi «un brutto modo di porsi per chi si propone al governo di Monfalcone per altri 5 anni».
Ma di cosa stiamo parlando? Di un foglio di impegno elettorale che tutti i candidati del sestetto di liste a supporto di Cisint sono stati chiamati a sottoscrivere pubblicamente, pena l’esclusione dalla lista. Per arginare i voltagabbana, si capisce, oltre che gli inclini alla transumanza politica, così ingrossando le fila del Gruppo misto. Una cosa che la sindaca uscente vuole assolutamente evitare. Pur ammettendo che «non si tratta di un vincolo di mandato, peraltro contrario alla legge» e che non esistono “sanzioni” al di là – in caso di incidenti di percorso – di una condanna mediatica con l’agitazione del patto sconfessato, nero su bianco c’è «l’impegno a non tradire il mandato degli elettori, passando allo schieramento avversario». Quindi «rompendo il patto di coalizione» e «lasciando in tal caso l’incarico avuto dagli elettori».
Solo chi è in difetto può pensar male del patto, tuona Cisint. Accordo che è soprattutto cristalizzazione di un impegno politico concepito come «spirito di servizio nei confronti dei cittadini» e non un «patto per Anna Cisint», dice la sindaca. Insomma, non vuol sentir critica in merito. «Io non c’ho trovato nulla di strano – aggiunge –, anzi ritengo anomalo che uno possa dissentire dalle idee espresse dal documento». Che per Cisint rappresenta «un grosso spartiacque tra il vecchio modo di fare politica e quello nuovo». Improntato, ai suoi occhi, allo spirito di sacrificio: «È un patto di serietà verso i monfalconesi e diverse persone, all’atto della sottoscrizione cui nessuno si è sottratto, l’hanno trovato un atto corretto, coerente con il loro modo di pensare». E siccome per Cisint «è un sacrificio ripresentarmi per la seconda volta, non vedo perché non debba esser certa della consapevolezza etica e morale di chi decide di far parte della mia squadra».
E Pacor, invece, che dice? «Excusatio non petita, accusatio manifesta», ribatte con un detto latino. Che «sembra calzare a pennello per i candidati di Cisint che devono firmare fedeltà assoluta al sindaco e persino dichiarare di contrastare atteggiamenti mafiosi». «Un pesce d’aprile in ritardo – chiede –? No realtà, e siamo al grottesco. Capiamo la sua difficoltà a trovar persone da candidare dopo aver fatto terra bruciata in Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma chi ha messo in lista? Cisint si fida dell’onestà e del valore dei suoi candidati? Li conosce? Li rispetta?» . «Parrebbe proprio di no – arringa –. Altrimenti perché “costringerli” a firmare un documento umiliante, di assoluta fedeltà e rettitudine? Documento peraltro di nessun valore legale». «Noi – conclude Pacor – speriamo che l’allergia al dialogo di Cisint finisca, per il bene della città».
È infine comunicazione di ieri che tre delle liste a supporto dell’Anna II hanno ultimato la raccolta delle firme da depositare per l’“accreditamento” delle liste. A centrosinistra, invece, si attende la presentazione di tutte le altre compagini a supporto di Cristiana Morsolin: finora si è presentata la sola Sinistra. Il termine ultimo è il 10 maggio.