CASTIGLIONE DELLE STIVIERE. Cronache di violenza e umiliazione. Sono quelle raccontate in un’aula di tribunale - giudice Chiara Comunale, pubblica accusa Lidia Anghinoni - da una giovane donna che alcuni anni fa ha denunciato l’ex marito di maltrattamenti.
Una storia di sopraffazione, di botte e di una continua imposizione della volontà dell’uomo, secondo quanto raccontato dalla ex moglie.
I due, entrambi stranieri (non faremo i loro nomi a tutela del diritto alla riservatezza della vittima), nemmeno trentenni, si erano sposati nel 2015 ed erano andati a vivere a Castiglione.
«Finché eravamo fidanzati, tutto bene - ha raccontato la donna, durante la sua testimonianza - ma già dal primo giorno di convivenza, ho capito che il mio matrimonio era un inferno».
La giovane ha elencato una serie di episodi in cui il marito l’aveva picchiata, insultata con le peggiori ingiurie, l’aveva umiliata.
A causa di una delle tante liti e delle botte, la donna era finita al pronto soccorso e aveva perso il bambino che stava aspettando. «Il motivo della lite - ha detto rivolta a giudice, pm e avvocati - come sempre erano i soldi. Lui voleva intestarsi l’auto che avevo pagato io. Voleva tutto per sé, perché aveva già un’altra e mi voleva lasciare». «Mi trattava come una prostituta, pretendeva di fare sesso anche quando stavo poco bene e se dicevo no, mi buttava giù dal letto» ha detto poi in un altro doloroso passaggio «finché, alla fine, dopo l’aborto, ho detto basta e nel 2017 me ne sono andata a vivere dai miei a Milano. Da allora non so più niente di lui. E io ho ricominciato a vivere».
