L’auspicio che Elon Musk aveva fatto nella giornata di ieri, nel momento in cui stava diventando sempre più concreto il suo acquisto di Twitter per 44 miliardi, è stato: «Spero che anche i miei critici continuino a usare Twitter, solo così ci sarà davvero libertà d’espressione». Evidentemente, per molti versi, queste parole sono un po’ cadute nel vuoto. Da ieri sera in tanti stanno studiando delle alternative a Twitter: la più gettonata è sicuramente Mastodon, anche se qualcuno non ha disdegnato un ritorno ai vecchi fasti di Tumblr. In ogni caso, l’alternativa open source, quella che permette davvero di essere partecipe della costruzione di una comunità, sembra proprio essere Mastodon.
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Alla base di Mastodon c’è il concetto di Fediverso, ovvero di un collegamento tra server che sono indipendenti, ma possono essere strettamente in connessione tra di loro per quanto riguarda la comunicazione. Su questo principio – e sul protocollo ActivityPub, nella fattispecie – si basa Mastodon, la cui fondazione risale al 2016. Gli utenti possono iscriversi a diverse istanze, gestite ciascuna per conto proprio. La più importante istanza italiana è Mastodon Italia: si tratta di un “luogo” generalista, dove è possibile scambiare opinioni di diverso genere. All’interno di Mastodon Italia, ad esempio, si possono trovare gli account ufficiali di Italian Linus Society e di Fridays For Future. Esistono, tuttavia, anche altre istanze molto seguite, come quella di Sociale News, Livello Segreto (basata sul gaming), Privacy Error, Bologna.One e Tennis. In generale, gli utenti italiani di Mastodon sono nell’ordine delle 20mila unità, ma nella giornata di oggi si è assistito a un vero e proprio sbarco sulla luna (un numero importante di persone ha sperimentato per la prima volta la timeline di Mastodon, proprio in seguito all’annuncio di Musk).
Mastodon non ha pubblicità, non ha degli admin che fanno capo a una società (gli admin delle varie istanze, al contrario, sono dei membri della community che hanno interesse a moderare le discussioni per mantenere un livello di dialogo e di confronto sempre civile). Nonostante questo aspetto, c’è da dire che Mastodon presenta comunque degli anticorpi contro qualsiasi forma di abuso, in modo tale da far sentire maggiormente protetto l’utente che vi partecipa.
Le linee guida di Mastodon spiegano in maniera piuttosto esaustiva il meccanismo che sta alla base della visibilità dei propri post che vengono realizzati: «Gli utenti – si legge – hanno un controllo più dettagliato della visibilità dei loro post; infatti, ogni post può essere in alternativa pubblico e visibile sulle timeline locali (istanza) e globali (federate), pubblico ma non visibile sulle timeline, o totalmente privato. In questo modo, forniamo un nuovo dataset che cattura questo nuovo tipo di social network online (OSN) lontano dalla solita piattaforma centralizzata».
Mastodon, inoltre, non suggerisce attraverso un algoritmo le persone da seguire, ponendosi anche in questo – e non soltanto sull’assenza di pubblicità – come alternativa vera e propria ai principali social network. La tendenza a garantire un interesse da parte dell’utente è preservata dalla possibilità di iscriversi alle diverse istanze suddivise per argomenti: è il contenuto che determina il follow, non la persona che produce quel tipo di contenuto.
Bisognerà capire se i meccanismi di funzionamento di Mastodon – così distanti, ormai, dai principali social network con cui siamo abituati a fraternizzare – saranno attrattivi o respingenti per i nuovi utenti che, in queste ore, si stanno riversando sulla piattaforma per cercare di trovare una soluzione alternativa a Twitter.
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