“In questo momento è stabile, ma in coma farmacologico. Ha fatto una Tac lunedì pomeriggio e non ci sono particolari problemi. L’emorragia di sabato è stata fermata. Ora dobbiamo attendere la ripresa. Ci sono i primi segnali che sono incoraggianti. Papà muove un po’ gli occhi e gli arti, ma serve tempo”. Così il figlio di Stefano Tacconi, l’ex portiere della Juventus e della Nazionale. Andrea, dai microfoni di Rai Sport Calcio Totale, aggiorna sulla condizioni del padre, ricoverato da sabato all’ospedale di Alessandria in seguito a un’emorragia cerebrale da rottura di aneurisma.
Al momento Tacconi si trova nel reparto di Neurochirurgia e in prognosi riservata. Anche i medici confermano la testimonianza del figlio Andrea. “La situazione è ancora stazionaria. Tacconi è farmacologicamente sedato, ma ha dato qualche segno di gesto finalistico”. Così in una nota Andrea Barbanera, direttore della Struttura di Neurochirurgia e di Fabrizio Racca, direttore della Terapia Intensiva, che stanno trattando il campione, molto amato dal pubblico per la sua ‘guasconeria’. Oltre che per il suo talento. “Il percorso sarà ancora lungo. E i prossimi giorni saranno determinanti per capire l’andamento della situazione”, aggiungono i sanitari.
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“Sicuramente il fattore tempo è stato fondamentale: aver riconosciuto il problema e aver centralizzato le cure. Trasferendo il paziente in un ospedale hub, ha fatto la differenza per un intervento precoce al fine di evitare una seconda emorragia che sarebbe potuta essere fatale”. “Ora – concludono i medici – dobbiamo dare tempo a Tacconi di combattere. Grazie alle cure che sta ricevendo in terapia intensiva, E affrontare con forza i prossimi giorni”. aggiungono i medici. L’ex portiere della Juve (dove ha militato dal 1983 al 1992) e della Nazionale ha una personalità forte e un carattere ‘ tosto’, dice chi lo conosce bene. Amici e tifosi sperano che Stefano “possa parare anche questo tiro mancino che il destino gli ha lanciato”.
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