Dalla fine degli anni Settanta ad oggi le evoluzioni degli effetti visivi (Vfx) sono state notevoli.
Vfx è un acronimo che sta per visual effects, cioè tutti quei processi con cui un’immagine viene creata al di fuori di una ripresa dal vivo e poi integrata per creare una resa realistica sullo schermo. I Vfx sono utilizzati principalmente per ricreare ambienti che non esistono nella realtà, costosi o semplicemente impossibili da riprendere dal vivo. Ma nello specifico come vengono creati? Innanzitutto devono essere pianificati e scenografati; successivamente in post-produzione vengono studiati e modificati attraverso l’utilizzo di software di grafica, modellazione 3d e animazione.
Tutti questi processi sono seguiti da un team di esperti che la Visual Effects Society ha diviso nelle categorie che si leggono nei titoli di coda: production designer, facility - production, facility - digital unit, motion/performance capture unit, vfx physical production unit, special effects unit, motion control unit, model/miniature unit, stop motion unit e animatronics unit.
Gli effetti visivi che richiedono la creazione di immagini con l’uso esclusivo del computer vengono definiti computer generated imagery, solitamente abbreviato con Cgi. La Cgi fu introdotta all’inizio degli anni ‘80 con la realizzazione di cartoni animati che rompevano con la tradizione, visto che i mezzi informatici sostituivano il classico montaggio dei fotogrammi in pellicola. Il campo della Cgi permette di spaziare in diversi ambiti, anche oltre il cinema: si va dalla creazione di paesaggi con resa foto-realistica (che si avvicina il più possibile alla realtà) all’utilizzo nelle aule dei tribunali per aiutare il giudice o la giuria a visualizzare la sequenza degli eventi. Vfx e Cgi hanno contribuito al successo di film come Iron Man, Spider-Man, Capitan America, The Avengers e molti altri.
Cristian Bozzi