EMPOLI. Con l’ingresso di un nuovo decreto, approvato dal consiglio dei ministri il 13 aprile, dal 30 giugno diverrà obbligatorio per i commercianti, accettare ogni tipo di pagamento con Pos.
Nonostante l’obbligo di possederlo risalga all’ormai lontano 2014, dall’entrata in vigore del nuovo decreto saranno previste multe per gli inadempienti, con un costo di 30 euro a cui si andrà ad aggiungere il 4% della transazione rifiutata.
Se per esempio un’edicola si rifiutasse di far pagare il giornale a 1,20 euro con il Pos, verrebbe applicata una multa di 30,05 euro.
Questa novità trova nei commercianti un riscontro decisamente negativo, salvo qualche caso in cui la commissione non va ad incidere molto sul guadagno.
Ne è un esempio il pensiero del proprietario della pasticceria Gaggioli, Andrea Vezzosi: «Questo decreto non va bene e non potrà mai andar bene. Finché a questo non si affiancherà una soluzione per l’annullamento delle commissioni sulle transazioni, ci sarà sempre il malcontento tra noi commercianti».
Dello stesso avviso è Angela Mancini, proprietaria del bar/caffetteria “Butterfly”, la quale si trova spesso a fronteggiare acquisti anche sotto la soglia di un euro con il Pos. «La situazione è seriamente sfuggita di mano a chi se ne occupa, nel mio bar un caffè costa 1,20 euro e per ognuno di essi pagati col Pos ho una commissione di 5 centesimi, questo non è accettabile. Necessitiamo sicuramente di commissioni più basse».
Non sono solo i bar e gli esercizi a risentire della nuova legge, ma anche per esempio i ristoranti e attività più ampie.
Il proprietario del ristorante “20 posti” Giovanni Avano ha voluto dire la sua, in quanto in un mese si ritrova a pagare circa 600 euro di commissioni alla banca.
«Le commissioni che ci troviamo ad affrontare nel mio ristorante sono esagerate, variano tral’1,5 % e l’1,6%, che in un ristorante che si vede pagare quasi sempre col Pos è una bella cifra. Ci troviamo di fronte ad una guerra persa, la cui unica soluzione sta nell’abbassamento delle suddette commissioni sulle transazioni, nella speranza che le cose cambino veramente».
Nelle edicole la situazione è analoga a quelle dei bar e dei tabacchi, i clienti che pagano il quotidiano col bancomat sono sempre di più e a tale proposito c’è chi, come Roberto Lari proprietario della “Edicola Duilio”, sta cercando di trovare una soluzione con le proprie “armi”: «Mi sono trovato spesso di fronte commercianti che non accettano transazioni col Pos al di sotto dei 10euro, io invece le accetto anche per i giornali, nonostante sia quasi una maniera per rimetterci».
« Per affrontare nel miglior modo possibile la pesantezza delle commissioni – va avanti – mi sono organizzato con i clienti più abitudinari ed eseguo un’unica transazione alla fine della settimana che comprenda le spese di tutti e 7 i giorni».
Seppur meno incisivo, il “morso” del nuovo decreto si fa spazio anche tra i negozi di abbigliamento. Christina Hustiuc, proprietaria del negozio “Noome abbigliamento” critica lo stato italiano per la mancata libertà di scelta che ci dovrebbe garantire ma che a parer suo, in questo caso, è venuta meno: «Andrebbe fatta una legge che indichi una cifra da raggiungere per poter pagare col Pos. L’80% dei pagamenti nel mio negozio avvengono in via elettronica e con le commissioni che ci sono il guadagno ne risente. Non ci è stata data una scelta e a mio parere lal ibertà di cui tanto parliamo è solo un’illusione».
Dello stesso settore, col suo negozio “Old school”, Alessio Agati ha un’opinione diversa in quanto vede questo nuovo obbligo come una risorsa fondamentale per avviare il paese verso la strada della scomparsa dei contanti.
«A parer mio, tra 20 anni i contanti non ci saranno più, mi sembra dunque importante applicare delle regole per l’agevolazione dei pagamenti elettronici».
E aggiunge il commerciante infine: »Concordo però sicuramente con gli altri commercianti che il prezzo delle commissioni sia troppo alto e che vada ridotto, così da tenderci una mano per affrontare l’imminente cambiamento».
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