Le forze ucraini hanno arrestato Roman Bykovsky, il soldato russo che in una telefonata intercettata che ha fatto il giro del mondo parlava degli stupri sulle donne ucraine con la moglie, ricevendone il benestare purché usasse il preservativo. A darne notizia su Telegram è stato l’ex deputato russo dissidente in esilio Ilya Ponomarev, parlando di un «soldato della Crimea».
Le forze ucraine, secondo quanto riferito, hanno catturato Bykovsky vicino a Izyum, nell’oblast di Kharkiv. A ricostruire l’identità del soldato intercettato e della moglie era stato un team di giornalisti investigativi, che aveva incrociato i numeri di telefono intercettati dai servizi di Kiev con quelli usati per le registrazioni sul Facebook russo, il social network VKontakte. Dopo questo passaggio, i giornalisti del servizio russo di Radio Liberty avevano contattato il soldato, in quel momento ferito e ricoverato a Sebastopoli, e la moglie, rivolgendo loro alcune domande per accertarsi della loro identità. Nel corso delle telefonate avevano anche rivolto una domanda diretta su quella conversazione inerente gli stupri, ricevendone in cambio l’interruzione della comunicazione.
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La telefonata tra il 26enne Bykovsky e la moglie Olga, russi trapiantati in Crimea nel 2018 e genitori di un bambino di cinque anni, fu bollata da Mosca come una messinscena. Si trattava, in effetti, di una conversazione dai toni così deliranti e disumani da poter suscitare incredulità. «Vai e violenta tutte le donne ucraine che incontri. Ma dopo non raccontarmi nulla, non voglio sapere niente, hai capito?», diceva la moglie a un marito che appariva incerto non per l’esortazione, ma per il fatto di riceve il via libera. «Quindi mi dai il tuo permesso? Posso stuprarle senza neanche dirtelo?», era infatti la sua risposta. «Sì, ma ricordati – si raccomandava la moglie – di usare il preservativo».
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