Doveva essere la rivincita di Marine Le Pen, è finora soprattutto quella di Emmanuel Macron. Il faccia a faccia a quattro giorni dal ballottaggio che deciderà il prossimo presidente francese, segna la posizione di vantaggio del presidente uscente. Che ha attaccato l’avversaria innanzitutto su uno dei suoi punti più deboli: la vicinanza con Vladimir Putin e “la sua dipendenza dal potere russo” dopo il prestito ottenuto dalla banca russa nel 2015. “Falso”, ha replicato l’avversaria. Ma dopo che a dirlo nel pomeriggio era stato lo stesso oppositore russo Navalny in una serie di tweet in francese, difficile fare una smentita convincente.
Il “match retour” tra i due contendenti, come è stato ribattezzato in Francia, era molto atteso: non è destinato a stravolgere gli equilibri, ma è l’ultimo confronto sui temi prima delle elezioni. Cinque anni fa i due si erano già affrontati e ci fu la débacle della leader del Rassemblement national. Anche questa sera è stata la prima a mostrare nervosismo: ha esordito prima ancora che le dessero la parola ed è stata interrotta dai giornalisti. Una risata non è bastata per nascondere l’imbarazzo. “Sarò la presidente del rinascimento democratico“, la prima frase. Macron dall’altra parte ha ostentato grande tranquillità: l’ha accolta sul “plateau” televisivo stringendole la mano e poi ha iniziato quasi improvvisando. E non a caso ha subito usato una delle parole chiave attese dall’elettorato di sinistra: l’ambiente. “La nostra Francia sarà più forte se sapremo affrontare la questione ecologica e diventare una grande potenza ecologica del 21esimo secolo”, ha detto. Di certo Macron non è riuscito nell’impresa di tenere a bada l’atteggiamento da “professore”, uno dei lati più detestati dai francesi e che aveva assicurato voler limitare. In generale ha giocato d’attacco su quasi tutti i temi: ha detto che in realtà Le Pen “vuole uscire dall’Europa” anche se non lo dice; “se fosse eletta presidente farebbe della Francia il primo Paese al mondo che vieterebbe il velo sulle strade pubbliche”; “è climato-scettica” (e lui è “climato-ipocrita”); “il suo programma non ha capo né coda”.
Le Pen promette 200 euro in più al mese per nucleo familiare. Macron: “Ma ha votato contro il blocco dei prezzi” – L’inizio del dibattito è stato su quello che è considerato il cavallo di battaglia di Le Pen: il potere d’acquisto dei francesi. La leader dell’estrema destra ha promesso di “restituire” ai nuclei familiari tra i 150 e i 200 euro al mese, attraverso varie misure elencate in diretta come la riduzione dell’Iva sull’energia (carburante, gas e gasolio). Ma su questo Macron ha replicato provocatoriamente: “Nelle vostre 22 misure non c’è neanche la parola disoccupazione. E’ un riconoscimento del lavoro fatto in questi cinque anni e la ringrazio”. Ma “sono d’accordo con voi, con un aumento dei prezzi come quelli attuali, per alcune persone è difficile arrivare a fine mese. E’ per questo che di fronte all’impennata dei prezzi dell’energia abbiamo deciso di mettere uno scudo tariffario che è molto più efficace del calo dell’Iva come avete suggerito”, ha detto. Perché “sono i contribuenti che pagano il taglio dell’Iva”. E ha quindi accusato Le Pen: “Voi invece avete votato contro questo scudo energetico”. E ha chiuso: “L’idea di uscire dal mercato europeo dell’energia proposta da Marine Le Pen sarebbe un errore immenso. La riforma del mercato internazionale non si fa in un mese”. Macron poi, illustrando il suo programma economico ha annunciato che il salario minimo “sarà aumentato di 34 euro al mese, le pensioni medie saranno aumentate di 60 euro al mese”.
La guerra Russia-Ucraina – Ha iniziato Macron. In merito al conflitto in Ucraina il ruolo della Francia e dell’Ue è quello di “supportare Kiev”, ha detto. Quindi ha ribadito la necessità delle sanzioni. Una linea non è condivisa del tutto dall’avversaria. “Esprimo la mia solidarietà e la mia compassione assoluta al popolo ucraino”, ha replicato Le Pen, già criticata per la vicinanza con Putin. Si è anche detta d’accordo con le sanzioni contro gli oligarchi adottate dall’Unione europea. “L’unica sanzione con cui non sono d’accordo è il blocco delle importazioni di gas e petrolio russo“. Su questo si è attaccato allora Macron: “Dipendete dal potere russo dal signor Putin. Siete state una delle prime deputate a riconoscere l’annessione della Crimea da parte della Russia. Lo avete fatto, e lo dico con estrema gravità, perché dipendete dal potere russo e dal signor Putin alcuni mesi dopo aver fatto un prestito nel 2015 con una banca russa vicina al potere”, ha detto Macron. E il riferimento è effettivamente al prestito fatto dall’allora Front National con la banca russa e che il partito deve ancora restituire per intero. “Siete sempre stati ambigui sul tema perché non siete in una situazione di potenza a potenza, ma i vostri interessi sono legati a quelli della Russia“. Le Pen ha replicato: “E’ falso, sono una donna totalmente libera”.
Ue – Poi è stato il turno dell’Europa. “Volete sempre uscire dall’Ue ma non lo dite più“, è stata l’accusa di Macron. “Sono convinto che la nostra sovranità sia nazionale ed europea. Con l’Europa, saremo più indipendenti per la nostra tecnologia, la nostra energia. Serve un’Europa più forte, più integrata, con un coppia di fiducia”, la Francia e la Germania. Le Pen ha ribattuto dimostrando la solita freddezza sul tema: “Non c’è sovranità europea perché non c’è un popolo europeo. Io ho capito che lei vuole sostituire la sovranità francese con quella europea”. E ha continuato: “Voglio modificare profondamente l’Unione Europea per far nascere effettivamente un’Alleanza europea delle nazioni“.
La riforma delle pensioni – Le Pen si è schierata apertamente contro la riforma delle pensioni proposta dal presidente uscente: “La pensione a 65 anni è un’ingiustizia insopportabile“, ha detto. La leader del Rassemblement national, invece, se vince andrà in una direzione completamente opposta: “Si potrà andare in pensione a 60 anni per chi ha avuto un lavoro significativo prima dei 20 anni”.
Il clima – E’ uno dei temi che più interessa i francesi (soprattutto l’elettorato di sinistra a cui punta Macron per il secondo turno) e del quale meno si sono occupati i candidati in campagna elettorale. La candidata del Rassemblement National ha accusato il libero scambio come “in gran parte responsabile delle emissioni di gas a effetto serra“. Le Pen ha proposto una produzione “sul posto” e un consumo “il più vicino possibile”, anche per evitare “la sofferenza degli animali”. Rispondendo, Macron ha denunciato la “mancanza di coerenza” del programma di Le Pen. Secondo Macron, i progetti della sua avversaria di abbassare le tasse sugli idrocarburi faranno soltanto aumentare le importazioni: “Il suo programma non ha né capo né coda“. E ha attaccato Le Pen: “Siete climatoscettica”, ha detto. E voi siete “climato-ipocrita”, è stata la risposta di Le Pen.
Le regole – Il dibattito è trasmesso da Tf1 e France 2 (e ripreso dalle principali emittenti e piattaforme), moderato dai giornalisti Gilles Bouleau e Léa Salamé. Prima di iniziare sono state stabilite alcune regole. Innanzitutto la temperatura: i due candidati hanno accettato che sulla scena non ci fossero più di 19 gradi, né troppo caldo né troppo freddo per evitare disagi e sudori. I temi sono stati sorteggiati a sorte. Due metri e mezzo è invece la misura esatta che deve separare Macron e Le Pen. Infine, la candidata del Front National è riuscita a ottenere che le inquadrature di chi non parla siano ridotte al minimo: proprio cinque anni fa, venne “beccata” mentre cercava tra gli appunti con fare agitato. E quell’immagine scolpì gli ultimi giorni di campagna elettorale.
I precedenti: dal debutto del 1974 alla débacle Le Pen nel 2017 – Il primo dibattito tra due candidati vide da una parte Valérie Giscard d’Estaing e dall’altra François Mitterand. Era il 1974 e fin dall’inizio si capì che il faccia a faccia è un dispiegamento di potere e una sfida che si gioca sulle parole, ma anche sulle immagini. L’unico a rifiutare il confronto fu Jacques Chirac nel 2002: arrivato, in un clima di choc, al secondo turno con il leader del Front National Jean Marie Le Pen, decise di non presentarsi sostenendo di non volersi prestare “alla banalizzazione dell’odio”. Era un’altra epoca e ancora poteva permettersi di sottrarsi al dibattito. Nel 2017, quando al ballottaggio arrivò la figlia Marine Le Pen, il confronto con Macron ci fu e fu una débacle per la leader dell’estrema destra: il leader di En Marche rappresentava la novità e riuscì a imporsi di fronte a una sfidante che mostrò attimi di confusione e l’incapacità di ribattere. Oggi lo scenario è ancora diverso.
L'articolo Francia, il dibattito tv tra i candidati. Macron accusa Le Pen: “Lei è contraria al blocco del gas di Mosca perché dipende dal potere russo e da Putin” proviene da Il Fatto Quotidiano.